giovedì 29 novembre 2012

Un LANDMARK nel ristorante



...un ambiente distintivo e leggibile, non solo offre sicurezza, ma amplia la profondità e l'intensità possibili all'esperienza umana." (K. Lynch)






Secondo l'architetto urbanista Kevin Lynch, che in un suo celebre testo “L'immagine della città” analizzò le aree urbanizzate, un ambiente (ed estenderei il significato a luoghi pubblici, privati, a spazi interni o esterni) dovrebbe essere leggibile e figurabile, capace cioè di invitare i sensi ad avere una maggiore attenzione e partecipazione, al fine di rendere più conscio l'individuo della sua appartenenza ad esso.

Per LEGGIBILITA' si intende la facilità con cui le varie parti di un tutto, possono venire riconosciute e possono essere organizzate in un insieme coerente.
Per FIGURABILITA' si intende quella qualità che conferisce ad un oggetto fisico elevate probabilità si suscitare nell'individuo (osservatore) un'immagine forte (di forte riconoscibilità).
Secondo il Lynch un ambiente LEGGIBILE e FIGURABILE offre sicurezza e offre valori positivi quali: la soddisfazione emotiva, il sistema di comunicazione e di organizzazione concettuale.
Egli estrasse cinque componenti fondamentali dell'immagine della città:
Paths (percorsi)
Edges (margini)
Districts (quartieri/zone)
Nodes (nodi)
Landmarkes (punti focali/riferimenti)














Il landmark, in particolare, secondo il Lynch è un elemento puntiforme, che rimane “esterno” e dove l'osservatore non vi può entrare. Viene usato come indizio di identità/riconoscimento, diventando nella memoria un itinerario familiare, che in un certo qual modo offre certezze e affidamento.
Pensiamo ai campanili delle chiese nei piccoli paesi o alle torri delle cittadelle medievali, che si scorgono in lontananza e che ci fanno ”ritrovare” il senso dell'orientamento, nonché il senso di appartenenza al luogo. Stessa cosa può valere per cromie, decorazioni allogate sui muri di spazi interni, che si distinguono per la loro particolarità e che suggeriscono orientamenti e/o comportamenti.




AL RAPANELLO”. Comune di Lesa (NO)

Anche situazioni di spazi meno complessi, possono rilevarsi interessanti progettualmente e divenire una sorta di landmark cromatico per il territorio in cui si trovano.
A Lesa, paese sul Lago Maggiore, da poco è stato riqualificato lo spazio dehors del ristorante “Al Rapanello”, luogo rinomato per l'ottima cucina a base di pesce.

All'interno si è voluta creare un'atmosfera di accoglienza e armonia, unita al concept “arte”, con richiami alla musica, utilizzando cromie in piano di tinta Y20R (NCS), materiali naturali (dal legno al metallo) e una texture dorata per la parete verso lago.

Visione dal Lungolago

Tale parete, in effetti, visibile da più fronti, spesso illuminata dalla luce naturale e dai riflessi del sole, è stata proposta come landmarke sia per il ristorante, che per la piazzetta storica sulla quale il dehors si affaccia. L'utilizzo di un colore interno visibile anche all'esterno, rende infatti importante la struttura e valorizza nel contempo il contesto nella quale essa si trova. Il colore diventa richiamo per il territorio e per la sua fruizione.



In questo caso il colore, estremamente materico e luminoso, si colloca come strumento percettivo comunicativo, come punto focale e come rievocazione simbolica dell'aspetto naturale (il sole, la materia, la luce).

Da varie prospettive si può cogliere il "calore" che lo spazio del locale infonde.

Visione dal vicolo interno
Visione dal vicolo interno


Visione dalla strada
Visione dalla Piazza



Ringrazio i meravigliosi proprietari Fabio, Chiara, Marta e tutti i collaboratori del ristorante. Claudio Chiesa per l'instancabile impegno e la grande professionalità. Tutti coloro che hanno operato per la buona riuscita del progetto d'interni.







sabato 3 novembre 2012

ABITARE IL PAVIMENTO

Fibre ottiche  nella resina. Teknai Resine.


Così come spesso valutiamo poco l'importanza dell'effetto percettivo di un soffitto, male interpretiamo l'aspetto del “vivere” il rapporto con l'elemento PAVIMENTO.
Eppure nella percezione totale di uno spazio, il pavimento si colloca come uno degli elementi più evidenti.
E' uno spazio che naturalmente, biologicamente, fisicamente, sentiamo come strutturato, tanto che vi diamo una connotazione istintiva di sicurezza; non a caso nel momento in cui psicologicamente siamo indifesi, perdiamo il controllo, diciamo che “ci manca la terra sotto i piedi”.

Tabu pavimenti.


Ciò che è calpestabile è unito all'archetipo della terra, madre matrigna, suolo dal quale nasce la vita (l'albero), elemento che ci permette di “stare”, sostare, esserci nello stato di animali verticali che camminano, si muovono. Abbiamo “i piedi per terra” se ci consideriamo concreti, anche un po' pragmatici, quanto basta per non sognare troppo e volare verso cieli lontani, forse instabili.
La terra, materia ove si nascondono radici (vita) e ceneri (morte), è lo spazio orizzontale che tutto cela e tutto svela. Su di essa noi nasciamo, gattoniamo da bambini e poi impariamo a crescere, a vivere.

Tappeto naturale. Erba.
  
La percezione di suolo sicuro è data anche dal COLORE materico, scuro, forte, proprio del terreno naturale, dal profumo di bosco, di pioggia, di muschio. Marrone o verde erba, grigio scuro sabbia o legno, dai toni della pietra o dei mattoni, la superficie sotto i nostri piedi dovrebbe ricordare un mondo non artificiale e artificioso.
Camminare su un piano opaco, più scuro, caldo alla vista, rincuorante, rientra nella nostra natura. Più complicato caracollare su pavimenti lucidi, troppo chiari, a vetro.
Non possiamo ritrovare stabilità sopra un elemento che ci ricorda l'acqua e che percepiamo freddo, distante.

Tappeto naturale. ICE 1


Interessante, comunque, è soffermarsi sul fatto che non usiamo il pavimento della nostra abitazione soltanto per camminarvici sopra, ma anche, a volte, come seduta, come spazio di sogno, evasione, gioco. Sopra tappeti e cuscini ci sdraiamo, ci accoccoliamo, diventiamo gatti e bambini. I complementi d'arredo, come i fiori e le bacche sui cespugli, diventano allora ACCENTI DI COLORE, in armonia con la parte sottostante e con l'intero ambiente.


Pavimentazione. 14oraitaliana.

Abitare e vivere la casa, significa anche vivere coi gesti, i movimenti, le azioni, ciò che abbiamo attorno a noi. Poniamo, a volte, poca attenzione nei confronti dei nostri comportamenti e i gesti che divengono normalissime abitudini non ci stupiscono più al punto di non trovarli interessanti. Basta, però, soffermarsi per poco su tale “normalità” per scoprire mondi diversi e nuove possibilità di azione.




Cose semplici come una scala o un cambiamento di livello entrano nell’Ordine dei Sogni. Esse conformano le azioni in maniera evidente e impregnano la casa di movimenti e di gesti che per noi hanno un significato particolare. Queste cose limitano specificamente il modo, la rapidità e lo sforzo con cui ci muoviamo; così facendo esse ci mostrano il modo in cui ognuno di noi immagina se stesso. Cose su cui camminare, stare in piedi e sedersi determinano in larga misura la dignità e la casualità dei nostri gesti di ogni giorno, l’atteggiamento disinvolto o rigido con cui affrontiamo i vari eventi della giornata. Queste influenze permeano ogni cosa, ma ben di rado ce ne accorgiamo. (…)
Di solito è lo spazio che fa un luogo, quello che noi chiamiamo l’aria tra gli oggetti. Gli indiani, si dice, chiamano questo opportunità per un evento, un bel modo per esprimere il concetto.”
(C. Moore, G. Allen, D. Lyndon, “Luogo e abitazione”, in Lotus, 8, 1974)


Foglie vere in resina. Teknai Resine.  Progetto C. Polli



Strutture, spazi, oggetti, elementi, interagiscono con l’uomo e viceversa, anche nel caso di componenti essenzialmente rigide, come i pavimenti o i muri perimetrali. Il luogo abitativo, come dice Rizzi, dovrebbe favorire relazioni affettuose con gli oggetti e con lo spazio visibile e calpestabile.

La flessibilità, il mutamento, sono uniti al concetto di creatività. Intervenire anche minimamente nella propria casa, porta solo benefici. “(…) la nostra creatività porta corrispondenza di risultati sia per le nostre esigenze psichiche che per i nostri vantaggi pratici sul piano simbolico e nell’uso quotidiano” (G. Rizzi, “Psychouse”).


Scuola a Pombia (NO). Progetto C.Polli, M.Ferazza, G. Galli


Flessibilità e creatività sono proprie di chi, non schiavo di rigidità e preconcetti, si pone domande in libertà, si guarda attorno per notare anche i particolari, ricerca soluzioni alternative rielaborando realtà strutturate, rinuncia a prendere in considerazione solo le impostazioni dominanti. Cerca di essere ciò che è, senza lasciarsi influenzare da schemi, mode o tendenze spersonalizzate. L’individuo creativo sceglie.
Oggetti, arredi, strutture nella propria casa possono essere usati alternativamente, ritrovando così la gioia del gioco, stimoli, fantasia, antiche emozioni.


Tappeto naturale. Fiori.
 
Il luogo calpestabile diviene anche scoperta e indagine attraverso il corpo; scoperta che si sviluppa con l'esperienza e gli aspetti cognitivi della sinestesia. L'ambiente, che deve essere corredato di valori sensoriali differenti affinchè ognuno possa registrare la percezione secondo propri codici di riferimento, abbisogna di policromia e polisensorialità. Le ricerche delle neuroscienze dimostrano che ciò aiuta nella costruzione ed elaborazione del sè e del rapporto con gli altri. Sicuramente parte fondamentale nel processo di relazionalità con la superficie pavimento è la sensazione tattile, oltre che visiva. Tale superficie risulta essere una zona privilegiata e quindi spesso "abitata" dai bambini; progettualmente si può rendere più confortevole l'uso del pavimento mediante il riscaldamento, la matericità, la cromia.




















giovedì 20 settembre 2012

COLORODORI





Aranciata essenza di rosa


Ci sono spazi polisensoriali, multipercettivi, interdisciplinari...Adesso ci esprimiamo in questo modo, parlando di sinestesia, di armonie dei sensi, di percezioni simultanee.
Da sempre però, d'istinto, d'intuito, poiché biologicamente rispondiamo così alle stimolazioni che ci arrivano dall'esterno e viviamo in relazione biunivoca con la realtà attorno, sappiamo ri-conoscere la potenza immediata dell'olfatto.
Odori, profumi, ci raggiungono con estrema facilità e diventano complici di attimi importanti della nostra vita.

Intere epoche e società si sono caratterizzate e si caratterizzano attraverso il “cattivo odore”, il rifiuto dello stesso, la scelta di “celare” le puzze, o di metterle in risalto, di utilizzare nuove fragranze e profumi artificiali, di nascondere a tutti i costi odori animali e corporali...
Odori sociali, tribali, o animali hanno del resto lo stesso obiettivo: riconoscere e riconoscersi in una società, tribù, gerarchia, gruppo, branco, cosi' da potersi “unificare” e sentire di appartenere a quel dato cerchio familiare. Oppure potersi permettere di emarginare “l'altro”.
Non possiamo “essere” prescindendo aromi e odori che ci sono propri, anche quando ne abbiamo timore e non possiamo “entrare” nella bolla altrui se il nostro odore non piace.
Gli spazi, i luoghi, anche quando eterei e inesistenti, divengono plastici e reali attraverso gli odori.
L'odore marrone di casa


L'olfatto, come tutti gli altri nostri sensi (anche quello dell'equilibrio, del dolore, del tempo, della temperatura, della fame, della sete, della posizione nello spazio, della coscienza...), ha forti legami con altre percezioni sensoriali. “Persino il naso allenato dei sommelier si confonde se COLORIAMO DI BIANCO un vino rosso” ( Daniel W. Wesson).

Il cervello trasmette e rielabora in modo simultaneo più informazioni, per cui PERCEPIRE un COLORE, per esempio, significa anche interagire con altre dimensioni sensoriali, tanto che, come ci dice la Bressan: Il colore modifica anche la concentrazione alla quale vengono percepiti i sapori di base (dolce, salato, acido e amaro). Supponiamo di aumentare gradualmente la quantità di zucchero in un liquido, fino al momento in cui l'assaggiatore si rende conto che la bevanda è dolce. Se il liquido è, poniamo, giallo anziché incolore, questo momento arriva più tardi, dal che si deduce che il colore giallo non è associato al sapore dolce; la stessa procedura rivela che il colore rosso non è associato al sapore amaro."


La bianca fragranza del vino.



L'olfatto è in stretta correlazione con il senso del gusto e con il sistema limbico, ragione per cui spesso ad odori graditi o sgradevoli associamo le nostre emozioni.
Affetti, ricordi, vengono fulmineamente risvegliati e riaccesi da questo senso, che ci getta in luoghi e tempi diversi, in un nano-secondo.

Leggiamo la realtà con diversi codici e la interpretiamo con l'aiuto delle nostre sensazioni, della nostra memoria, della nostra cultura. Diamo voce, vita, significato a ciò che siamo, all'ambiente in cui viviamo, seguendo vie costruite dall'esperienza. Lo stesso modo di percepire è dato anche da come e da cosa abbiamo imparato durante la nostra esistenza.

L'arcobaleno di profumi di un luogo


Pensiamo al semplice atto di bere un caffè. C'è il corpo/mente che reagisce allo stimolo (sete, gusto, piacere...), che si muove e si attiva, che ripropone gesti memorizzati e conosciuti (tanto da essere automatici, come alzare la tazzina e bere), che si ricorda della piacevolezza, che senza alcuno sforzo utilizza più sensi contemporaneamente. Ma se di colpo il caffè dal bel COLOR marrone scuro, così rassicurante e dal profumo inebriante che ci aspettiamo ci avvolga, divenisse verde fosforescente? Non riusciremmo nenche a sentirne la fragranza. E se fosse rosa confetto?? E quanto impatto può avere il COLORE della stessa tazzina??

Nelle atmosfere polisensoriali di L. Luzzatto e R. Pompas i colori hanno delle corrispondenze sensoriali. Tra le più significative rispetto al senso dell'olfatto: il bianco è soave, il nero combusto, il rosso penetrante, il giallo aspro, il verde balsamico, il blu fresco, il marrone aromatico, il viola inebriante, l'arancione stimolante, il grigio metallico e il rosa fiorito.

Speziati colori


Ciò detto, non è più possibile progettare senza tener conto che la percezione, fatto culturale ed umano, è l'insieme di diverse sensazioni che interagiscono e collaborano tra loro. Nel momento in cui iniziamo ad approcciarci al progetto cromatico, dovremmo tener conto di tutti gli altri codici percettivi, sensoriali.








Anna Barbara, Antthony Perliss, “Architetture invisibili”, SKIRA, Ginevra-Milano, 2006
Alain Corbin, “Storia sociale degli odori”, Bruno Mondadori, MI, 2005
Dossier: L'impero dei sensi”, in “Mente & Cervello”, Le Scienze, N° 93, Anno X, Settembre 2012
Barbara Del Curto, Eleonora Fiorani, Caterina Passaro, “La pelle del design”, Lupetti, MI, 2010
Paola Bressan, “Il colore della luna”, Laterza, Roma-Bari, 2007
Lia Luzzatto, Renata Pompas, “il colore persuasivo”, Il Castello, MI, 2001

martedì 4 settembre 2012

MOSTRA FOTOGRAFICA per EMERGENCY

VI INVITO A PARTECIPARE A QUESTO EVENTO!!!! 
DONATE UNA FOTO...

Gentile Artista,

con la presente siamo a chiedere di partecipare, con un Suo personale contributo, a un’iniziativa a sostegno di EMERGENCY organizzata con il supporto del Gruppo di Volontari di EMERGENCY di Verbania e con la collaborazione del Comune di Stresa.


Come Lei saprà Emergency è un'associazione italiana indipendente e neutrale, nata per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Emergency promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. L'impegno umanitario di EMERGENCY è possibile grazie al contributo di migliaia di volontari e di sostenitori.


Riteniamo che l’arte potrebbe essere un linguaggio importante per veicolare un messaggio di pace, ma anche un modo per raccogliere i fondi necessari a portare avanti il nostro impegno nel mondo. Per questo vorremmo coinvolgere gli artisti della zona, invitandoli a partecipare e a mettere a disposizione del pubblico di loro un’opera scelta per questa occasione.


Le opere saranno esposte dal 12 ottobre al 21 ottobre 2012 presso la Palazzina Liberty di Stresa. La mostra sarà curata da un critico d’arte e sostenuta dall’amministrazione comunale di Stresa. Le opere resteranno di proprietà dell’artista che indicherà un valore minimo di cessione.


L’intero ricavato verrà devoluto ad EMERGENCY e in particolare al sostegno delle attività del centro cardiochirurgico a Khartoum in Sudan, operativo dal 2007 e dove fino al 31 dicembre 2011 sono stati operati pazienti provenienti da 23 paesi.


Nella speranza che voglia accogliere con favore questo invito, ci riserviamo di contattarLa prossimamente.

Ringraziamo per l’attenzione e porgiamo cordiali saluti.

Verbania, 
Per il gruppo EMERGENCY VERBANIA
Anna Läubli

 
Mostra Emergency 2012


TEMA della mostra: “LA POLISENSORIALITÀ”




Il tema, di ampio respiro, si colloca nell'area dell'atto percettivo e sensoriale. Attraverso letture trasversali della realtà si possono suggerire nuove modalità di coinvolgimento che vanno oltre il solo senso della vista, creando luoghi e spazi immaginativi ricchi di emozioni. In effetti non solo vediamo, ma percepiamo, inglobando in maniera sinestesica tutti i nostri sensi (vediamo anche con la bocca, con il naso, con le orecchie, con le mani...). Il colore, la materia, la forma, la luce, vengono sempre percepiti secondo raffronti, contrasti, giustapposizioni col contesto e mediante l'utilizzo di tutti i sensi contemporaneamente.
Gli autori si potranno muovere liberamente all'interno della tematica, con creatività, proponendo soggetti di vario genere (natura, architettura, arte, paesaggio, colore, composizioni astratte, etc....), che si colleghino all'utilizzo dei sensi.


  • Possono partecipare: professionisti, amatori, principianti


  • Gli autori doneranno la loro opera, stabilendo un prezzo simbolico di base, che verrà devoluto in beneficenza


  • Le opere fotografiche potranno avere formato libero, essere a colori o in bianco/nero, essere realizzate attraverso nuove tecnologie


  • Obbligatoria la montatura della foto su supporto rigido


  • Verrà richiesto scritto sul retro del supporto: nome autore e titolo dell'opera (facoltativo: un breve racconto descrittivo)

  • Il materiale dovrà pervenire entro e non oltre il 05 ottobre 2012


    GRAZIE

domenica 26 agosto 2012

I COLORI DELL'ANIMA. UNO SPAZIO INTERIORE.

















Eccomi qui, di nuovo sulla spiaggia del lago. Sto, come una tellina sullo scoglio, nel mio angolo appartato, lontana dai bagnanti (pochi oggi, del resto) che prendono il sole tutti nello stesso posto. Direbbero alcuni antropologi che stanno creando il loro territorio... C'è chi ha bisogno di difendere il proprio spazio e proteggerlo, chi invade deliberatamente quello altrui. Comportamenti biologici. Desideri e modi diversi nel volere o non volere comunicare, socializzare, esternare.
Non che mi importi, adesso, di questi meccanismi. Sono in vacanza e anche se la mia testa troppo piena di concetti si lascia trasportare da temi acquisiti e memorizzati, ho solo voglia di non pensare a nulla di particolare.



Mi guardo attorno, dopo aver costruito la mia tana sul piccolo molo in fondo alla spiaggia.



Il lago è sempre magnifico: oggi increspato, dinamico, color argento, parla col suono delle onde e coi riflessi dorati. Nel cielo limpido quasi indaco, solo dietro le montagne si scorgono nuvole dai volumi soffici e spumosi, coi loro disegni buffi, che riaccendono fantasie e sogni.
Passeggio tra le onde; osservo gli svassi che si immergono e rispuntano più lontano, dopo aver nuotato sott'acqua. I piccoli gabbiani del lago che si lasciano cullare dal vento e planano con infinita eleganza. I germani colorati, iridescenti, che sfilano davanti a me, con una calma rassicurante.
Qui mi sento sicura, serena, leggera, viva.



Alterno momenti di quasi sonno, sdraiata al sole e attimi di attività ludica. Ritorno bambina e faccio disegni coi sassi, i legni, le piume.
Lascio un segno, un ricordo, a nessuno in particolare e a chiunque...
Un gioco, un modo per armonizzare con ciò che ho attorno.


Trovare sassi...
La magia è ri-conoscere, tra mille, quelli che dicono qualcosa, che ti parlano già ancora prima di averli raccolti e tenuti nella mano. E ogni volta, poi, si rinnova la meraviglia nel toccarli, sfiorarli, osservarli da vicino, sentirne a volte l'odore (dell'acqua, delle alghe, di chissà cosa...forse del sole), di udirne il suono quando li faccio picchiettare uno sull'altro.
Lisci, ruvidi, smussati, con angoli aguzzi, dalle mille sfumature e colori, dalle mille forme. Ognuno ha una caratteristica propria, inconfondibile; una sua natura che lo rende simile agli altri, ma diverso, unico, fantastico.
Nello scoprire il sasso, piccolo o grande che sia, vedo tutto un mondo che non ho voglia di mutare o violare, ma solo rispettare.



Questo spazio è fatto di anima. Qui ogni colore del mio “io” si riaccende. Una vela in lontananza passa. Chissà chi la sta governando, chissà dove sta andando...
Medito.
Ferma.
Viaggio.

Respiro. Respiro seguendo le onde che accarezzano la spiaggia e che scorrono dentro me. Lentamente mi lascio trasportare dal loro suono e dalla musica del vento; apro e socchiudo gli occhi, percependo colori, immagini, luci ed ombre. Mi sdraio e sento la sabbia tra le dita, il corpo avvolto dall'energia della terra, il calore del sole.
Profumi e odori che so, conosco, mi tengono compagnia, facendomi a volte rotolare improvvisamente in un tempo lontano, nel ricordo, nello spazio della vita.

Respiro. Sono la natura attorno e la natura è me. Ci abbracciamo come madre e figlia, come padre e figlio, come sorelle, fratelli, amici, amanti. Un dare e ricevere costante, un rispettoso comunicare, un infinito nel momento.

Respiro. Ringrazio...non so neppure chi o cosa, ma qualcosa, qualcuno: questa immensa pace; l'equilibrio e l'armonia; la forza; la verità.

Respiro. Sono così piccola di fronte all'acqua, al cielo, agli animali che qui vivono e che tranquilli mi permettono di restare sdraiata sulla spiaggia, insieme a loro, io...intrusa. Forse perché sanno che li rispetto.

Respiro. Siamo una cosa sola. Noi, la natura, la Terra. Siamo Amore. Un unico grande e meraviglioso respiro.


Passa di qui un bambino con il suo papà. Stanno costruendo un fortino-diga con sabbia e pietre. Sono francesi. Il bimbo osserva con curiosità il mio disegno di sassi sul molo. Lo saluto e lui saluta me, con un sorrisone. Gli dico che il disegno è per lui, un piccolo regalo da parte mia. Sgrana gli occhi e mi dice (in francese ovviamente) "Per me? Oh!! Ma è bello, molto bello. Grazie". Mi commuovo.
Basta così poco?
Per stabilire un contatto sentito e profondo, un legame?
Le forme, i colori, la materia sono certo serviti. Ci siamo compresi attraverso un linguaggio universale fatto di ancestrali disegni e simboli antichi. Ma anche il gesto, il dono, il "presente" nel "presente" e il sorriso, hanno acceso una scintilla, aperto un varco.
Si attraversano ponti e si creano contatti con molto poco.


Adesso vado. Torno a casa. Un ultimo sguardo al mio mondo di sogni e magie.
Grazie.



martedì 31 luglio 2012

CITAZIONI a COLORI

C. Polli - Paesaggio 1
 
"Pur non così temerario da pensare di capire il nocciolo della creatività, sono curioso di spiarla quanto più è possibile" (Paul Klee)

"Il colore è intimamente legato al nostro essere, ciascuno ha il suo colore, se spesso lo ignoriamo, i nostri istinti - loro - non si sbagliano" (Le Corbusier)

" Noi (...) conosciamo il colore dappertutto solo come vincolato (...). Ma il colore ripetutamente erompe libero o rifiuta una simile costrizione" (S. Melville)

...IL COLORE EROMPE LIBERO O RIFIUTA UNA SIMILE COSTRIZIONE...

"(...) gioia di partire, di lasciare il grigiore e fare ingrasso nel colore, di ricrearsi una nuova vita (...)" (S. Rushdie)

"L'architettura è un ordine, ma non inerte... Deve essere perfetta come una conchiglia, ma dentro le risuoni il mare.
L'architettura sta come un cristallo, fra il moto delle nuvole e il trascorrere del tempo" (Gio Ponti)

" Così ho imparato, anche leggendo molti libri e anche guardando molte architetture e molte sculture e molte cose che fa la gente, che tu ogni tanto hai bisogno, come uomo che vive, di costruire piccoli luoghi misteriosi dove in qualche maniera, con una riga o una pennellata, con un fiore o una luce che entra dalla finestra, vieni per qualche istante a contatto  con l'universo, con il misteriosissimo che forse oggi nessuno cerca o forse si - non so, non mi pare - ma che io invece continuo a cercare...sai quelle cose, quegli elementi strani e indecifrabili per cui loro con un po' di carta stagnola su un muro sono al di sopra di tutto quanto, come sollevati da terra..." ( Ettore Sottsass, da B. Radice, "Ettore Sotsass", Electa, MI, 93, pag. 61)

"Avete il pennello, avete i colori, dipingete voi il paradiso, e poi entrateci!" ( Nikos Kazantzakis)

"L'Espressione è un momento di condensazione, un velo di vapore colorato su un piano di carta che un corpo in traspirazione ha sfiorato" (Arno Stern)

C. Polli - Paesaggio 3




martedì 24 luglio 2012

SALIENZA e percezione





Lettura percettiva del paesaggio: cenni


In genere l'ambiente viene percepito come un tutto unitario, in relazione funzionale al comportamento dell'individuo. Vi sono teorie, opposte, che spiegano tale caratteristica percettiva: per esempio il modello a lente di Brunswik (1956) e quello ecologico di James Gibson (1957, 1966, 1979). Mentre per B. la percezione è collegata strettamente all'esperienza personale, per G. l'esperienza non gioca nessun ruolo nella percezione, poiché la maggior parte delle risposte percettive sono innate e dipendono dal funzionamento di alcune parti del cervello. 
 
Gibson si interessò soprattutto alla percezione che ha luogo nell'ambiente naturale e per tale ragione il suo approccio venne chiamato ECOLOGICO.


Per Gibson il punto di partenza della percezione è l'ASSETTO OTTICO (struttura o distribuzione della luce nell'ambiente). Esso cambia a seconda di come l'osservatore si MUOVE nello spazio (la maggior parte delle nostre percezioni hanno luogo mentre ci muoviamo). Inoltre la lettura dell'ambiente/spazio avviene secondo alcuni fattori che rimangono invariati:
GRADIENTE di TESSITURA: si costituisce quando una superficie caratterizzata da una tessitura, appare ad un osservatore inclinata rispetto al suo piano fronto-parallelo. I singoli elementi appaiono più fittamente ammassati, più è maggiore la distanza.





















STRUTTURA del FLUSSO OTTICO: flusso degli stimoli che dall'ambiente giungono all'occhio dell'osservatore in movimento. (Es. Dal finestrino del treno le immagini vicine sembrano passare più rapidamente di quelle lontane).

RAPPORTO di ORIZZONTE: rapporto tra la parte di un oggetto che supera la linea di orizzonte e la parte che ne rimane al di sotto.

Non dimentichiamo che la percezione visiva dell'ambiente avviene in un contesto ben più complesso che comprende il modo in cui noi stessi ci rapportiamo alla realtà (endogena ed esogena). Viviamo in costante relazione con noi stessi, con gli altri e con il contesto attorno a noi. Per cui percepiamo anche attraverso:
La situazione fisica (tipo di spazio in cui ci si trova)
Lo stato psicologico (se siamo allegri, tristi, arrabbiati, etc.)
Lo stato fisiologico (siamo assetati, stanchi, infreddoliti, rilassati, etc.)


Di J. Gibson va inoltre ricordato il concetto di AFFORDANCE. L' A. termine intraducibile introdotto nel 1966, rappresenta l'immediatezza con la quale l'oggetto comunica che cos'è e a che cosa serve, quali azioni renda possibili o impossibili.
Per AFFORDANCE AMBIENTALE si intende uno scenario in grado di comunicare con immediatezza tutti i dati necessari per l'orientamento e per la fruizione (utilizzo) dell'ambiente stesso.
Le affordances concorrono a determinare l'attaccamento delle persone ai luoghi.


Con Gibson e U. Neisser viene introdotto in psicologia ambientale il concetto di SCHEMA.
Le informazioni che percepiamo dall'ambiente, sono selezionate attraverso schemi preesistenti nella nostra mente, che dirigono la nostra attenzione a certi aspetti piuttosto che ad altri.
Un ambiente nuovo attiva in noi una serie di aspettative, legate alle nostre esperienze precedenti ( e quindi ad uno schema), che ci portano a cercare categorie rispondenti allo schema stesso.
Secondo F.H. Allport (1955) esiste un SET PERCETTIVO, per cui l'attenzione che noi rivolgiamo all'ambiente, attraverso il sistema percettivo, viene influenzata da "tendenze sistematiche". (Il termine inglese set, è impiegato per indicare un'aspettativa, o una predisposizione verso una data situazione).
Il set percettivo è prodotto da vari fattori: il contesto, le aspettative, le motivazioni, l'esperienza passata e le emozioni.


Se si è interessati, per esempio, allo sport della vela, si noteranno – guardando delle barche a vela sul lago/mare - dati tecnici relativi alle imbarcazioni o alle modalità di guida, che non si percepiscono se non c'è lo stesso stimolo d'interesse. 



 

MAPPA MENTALE o COGNITIVA: "La rappresentazione interna che ci facciamo di un ambiente, delle strade che possiamo prendere per percorrerlo, dei suoi elementi percettivamente più rilevanti, degli oggetti che possono essere utili per i nostri scopi e di quelli che possono metterci in pericolo o ostacolarci, viene chiamata mappa cognitiva". (Maria Rosa Baroni, "Psicologia Ambientale", Il Mulino, 1998, pag.45)


Per l'uomo i segnali visivi nell'ambiente sono fondamentali per poter formare una mappa cognitiva.
Secondo varie ricerche (Kaplan, Brown, Wendt, negli anni Ottanta) perché un individuo possa dare una valutazione affettiva/positiva di un ambiente, devono essere soddisfatte le condizioni di:
Coerenza
Leggibilità
Complessità (ricchezza di stimoli percettivi, comunque leggibili))
Mistero (informazioni non immediate, ma da "scoprire")


Un ambiente per piacere deve avere una certa complessità (ricchezza di aspetti percettivi), ma risultare leggibile. Ci deve dire cioè di che tipo di ambiente si tratta e quali aiuti ci può fornire nella realizzazione dei nostri piani.
Questi aspetti sono riassumibili nel concetto di supporting environment (ambiente che sostiene) di Canter (1983), cioè di ambiente che facilita il soggetto ad ottenere tutte le informazioni che servono e ne facilita le azioni.

Poltrone Ligne Roset

L'ambiente provoca, prima della risposta cognitiva, quella affettiva.
Gli aspetti di sicurezza, sostegno, incoraggiamento all'azione che provocano una risposta positiva al supporting environment, sono gli stessi che caratterizzano "un buono stile di attaccamento", cioè il facilitating environment di D. Winnicott.
L'ambiente facilitante di Winnicott permette lo sviluppo del bambino dalla dipendenza all'autonomia ed è soprattutto determinato dalla vicinanza e dai comportamenti della madre.
Anche l'ambiente ha una componente affettiva, che diviene sostegno e facilitazione nella comprensione ed azione.


OGGETTO SALIENTE E MAPPE DI SALIENZA

(M. R. Baroni, “Psicologia ambientale”, Il Mulino, BO, 1998
P.Rookes, J. Willson, "La percezione", Il Mulino, BO, 2002
Jean-Philippe Lachaux, “Controllare l'attenzione”, in: “Mente & Cervello”, Le Scienze, N°87, anno X, Marzo 2012, pag.27/33)

In un esperimento noto lo psicologo statunitense Daniel Simons ha presentato ad alcuni soggetti un filmato nel quale alcune persone giocavano a basket. Senza che gli spettatori venissero avvisati, un attore travestito da gorilla attraversava ad un certo punto il campo da gioco, si fermava tra i giocatori, salutava e poi se ne andava.
La maggior parte degli spettatori, che avevano il compito di seguire il gioco, non notava il gorilla.
Il non notare il gorilla è dovuto al legame tra attenzione, percezione e memoria.

Il sistema visivo non ha la funzione di memorizzare in ogni istante e nei dettagli l'ambiente circostante.

Se l'attenzione dello spettatore si fosse rivolta al gorilla (attivazione delle aree visive del lobo temporale, giro fusiforme, lobo frontale, V1, memorizzazione a breve termine nella corteccia pre-frontale) allora avrebbe potuto individuarlo.

Senza l'attenzione non ha luogo l'attivazione con le parti del cervello che ci danno la possibilità di memorizzare e individuare; quindi non si vede il gorilla.

Tutti avrebbero notato il gorilla se:
fosse stato dipinto di rosso
i soggetti fossero stati avvisati della sua presenza


L'attenzione può essere avviata da indizi particolari che il nostro cervello si aspetta: COLORI, SUONI, FORME, MOVIMENTI
Si suppone l'esistenza di gruppi di neuroni specializzati nella percezione (per es. di volti o colori). Tali neuroni ci danno la possibilità di rilevare la presenza di un papavero rosso in un prato tutto verde.
Tali neuroni ci permettono di avvertire nell'ambiente la presenza di elementi interessanti.
Un oggetto che spicca per luminosità, colore, forma e movimento, cattura la nostra attenzione.
Si dice che è SALIENTE.
Anche gli stimoli emotivi rendono saliente un oggetto. L'amigdala riconosce rapidamente il carattere pericoloso o piacevole di un oggetto. (Es.: scambiare un ramo secco per un serpente velenoso).
L'attenzione automatica è data anche da elementi che apprezziamo o siamo abituati a distinguere (semaforo).




Tutti questi elementi concorrono nel costruire una MAPPA di SALIENZA dell'ambiente.
Se percorriamo un paesaggio naturale, per esempio, siamo attratti dalla fruta matura sull'albero (che è colorata), dall'acqua di un fiume che scorre, o dai raggi del sole che passano attraverso rami e foglie.
Le mappe di salienza sono stabilite sulla base di proprietà visive come le DISCONTINUITA' nell'immagine:
D. cromatica (passare dal verde al rosso, come per delle ciliegie mature su foglie verdi)
D. del movimento (il fiume)
D. luminosa (giochi di luce, scintillii...)
Le mappe di salienza guidano lo spostamento di attenzione e quello dello sguardo.