Corso colore - Cartoncino comune |
Tempo
fa, ormai sono trascorsi anni, ho iniziato un'avventura attraverso il
colore piuttosto diversa da quella che offrono i classici corsi di
formazione che dedico ai professionisti: ho ideato un corso che
semplicemente ho intitolato “Colore: espressione e creatività”,
dedicato ad adulti di qualsiasi età.
Obiettivi
del corso: sviluppare la consapevolezza di sé, relazionandosi con se
stessi, con gli altri e con lo spazio; ri-trovare la propria
espressività creativa; ri-scoprire il gusto del gioco, rilassandosi
e divertendosi con spontaneità; favorire la narrazione di sé e
l'autoespressione attraverso comunicazioni per lo più non-verbali,
all'interno di un gruppo; agire sul recupero dell'autostima.
All'interno
di uno spazio dove il gruppo si ritrova, non si insegnano tecniche di
disegno, né ci si prepara per produrre qualcosa da esibire, ma si
usa il colore come strumento comunicativo, per esprimere emozioni,
sensazioni.
Poiché
il colore fa parte di noi e del contesto in cui viviamo, alterno
esercizi collegati all'uso libero del colore, ad esercizi di
espressione corporea (movimento nello spazio, abitare il proprio
corpo e incontrare l'altro) con l'ausilio di musica e suono.
Perché
il colore? Il
colore è un linguaggio universalmente riconosciuto e riconoscibile;
viene percepito nell'immediato dal nostro inconscio e dal cervello,
perciò agisce come risposta spontanea agli stimoli proposti.
Se
chiedo di esprimere il “qui e ora” attraverso macchie di colore
(si usano pigmenti con acqua), lasciando libertà di azione sia sulla
scelta delle tinte, che sulla modalità di esecuzione, le persone si
lasciano trasportare dal momento e si “raccontano” con
immediatezza.
In
questi anni ho lavorato con gruppi aventi bisogni, particolarità,
motivazioni, desideri simili o differenti. Persone tutte
meravigliosamente uniche, con storie e situazioni sempre diverse, ma
unite dalla stessa voglia di mettersi in gioco e di trovare uno
spazio per sé, dove potersi confrontare e divertire.
Il
colore ha creato un legame forte.
Corso colore - Cartoncino comune |
Ogni
volta studio e analizzo il lavoro effettuato dai grandi insegnanti
del passato e del presente, sia nell'ambito della progettazione
cromatica, sia in quello dell'arte terapia, per esempio – giusto
per citarne due - J. Albers o A. Stern, mi rendo conto di quanto
poi il colore coinvolga chi ad esso si approccia.
In
un lab. colore come quello di Albers (ma ricorderei anche J. Itten),
l'insegnamento va oltre la teoria e si fonda sull'esplorazione, sul
comprendere attraverso esercizi con carte colorate cosa significhi
“percepire” e come il colore si comporta in un contesto (che sia
anche lo spazio di un foglio sul quale si lavora). La pratica,
durante il workshop, non veniva preceduta, ma seguita, dalla teoria.
Scoperta ed invenzione portavano alla conoscenza. Senza il timore di
farsi molte domande sul colore.
Stern
rielaborò nel Closlieu un luogo di libertà, dove chiunque potesse
esprimere se stesso senza giudizi o pre-giudizi, senza imposizioni,
senza chiedersi: ciò che sto facendo “cos'è?”, “perché lo
faccio?”, “ va bene?”. Uno spazio per tutti, dove dedicare
un'ora e mezza del proprio tempo all'uso del colore, all'espressione,
alla fantasia.
Tracce
di colore.
Tracce
di vita.
Credo
sarebbe interessante anche per i professionisti, architetti o
designers, provare almeno una volta a misurarsi con l'espressività
libera, senza obiettivi e senza giudizi, lasciandosi andare in uno
spazio condiviso e sicuro, all'esperienza giocosa del tracciare
segni, macchie, forme colorate. Una sorta di momento da regalare a se
stessi, per spegnere la testa e abbandonarsi alla magia del colore.
Spogliarsi
di ogni schema.
Fare
tabula rasa.
Da
lì poi si ricomincia.