giovedì 29 novembre 2012

Un LANDMARK nel ristorante



...un ambiente distintivo e leggibile, non solo offre sicurezza, ma amplia la profondità e l'intensità possibili all'esperienza umana." (K. Lynch)






Secondo l'architetto urbanista Kevin Lynch, che in un suo celebre testo “L'immagine della città” analizzò le aree urbanizzate, un ambiente (ed estenderei il significato a luoghi pubblici, privati, a spazi interni o esterni) dovrebbe essere leggibile e figurabile, capace cioè di invitare i sensi ad avere una maggiore attenzione e partecipazione, al fine di rendere più conscio l'individuo della sua appartenenza ad esso.

Per LEGGIBILITA' si intende la facilità con cui le varie parti di un tutto, possono venire riconosciute e possono essere organizzate in un insieme coerente.
Per FIGURABILITA' si intende quella qualità che conferisce ad un oggetto fisico elevate probabilità si suscitare nell'individuo (osservatore) un'immagine forte (di forte riconoscibilità).
Secondo il Lynch un ambiente LEGGIBILE e FIGURABILE offre sicurezza e offre valori positivi quali: la soddisfazione emotiva, il sistema di comunicazione e di organizzazione concettuale.
Egli estrasse cinque componenti fondamentali dell'immagine della città:
Paths (percorsi)
Edges (margini)
Districts (quartieri/zone)
Nodes (nodi)
Landmarkes (punti focali/riferimenti)














Il landmark, in particolare, secondo il Lynch è un elemento puntiforme, che rimane “esterno” e dove l'osservatore non vi può entrare. Viene usato come indizio di identità/riconoscimento, diventando nella memoria un itinerario familiare, che in un certo qual modo offre certezze e affidamento.
Pensiamo ai campanili delle chiese nei piccoli paesi o alle torri delle cittadelle medievali, che si scorgono in lontananza e che ci fanno ”ritrovare” il senso dell'orientamento, nonché il senso di appartenenza al luogo. Stessa cosa può valere per cromie, decorazioni allogate sui muri di spazi interni, che si distinguono per la loro particolarità e che suggeriscono orientamenti e/o comportamenti.




AL RAPANELLO”. Comune di Lesa (NO)

Anche situazioni di spazi meno complessi, possono rilevarsi interessanti progettualmente e divenire una sorta di landmark cromatico per il territorio in cui si trovano.
A Lesa, paese sul Lago Maggiore, da poco è stato riqualificato lo spazio dehors del ristorante “Al Rapanello”, luogo rinomato per l'ottima cucina a base di pesce.

All'interno si è voluta creare un'atmosfera di accoglienza e armonia, unita al concept “arte”, con richiami alla musica, utilizzando cromie in piano di tinta Y20R (NCS), materiali naturali (dal legno al metallo) e una texture dorata per la parete verso lago.

Visione dal Lungolago

Tale parete, in effetti, visibile da più fronti, spesso illuminata dalla luce naturale e dai riflessi del sole, è stata proposta come landmarke sia per il ristorante, che per la piazzetta storica sulla quale il dehors si affaccia. L'utilizzo di un colore interno visibile anche all'esterno, rende infatti importante la struttura e valorizza nel contempo il contesto nella quale essa si trova. Il colore diventa richiamo per il territorio e per la sua fruizione.



In questo caso il colore, estremamente materico e luminoso, si colloca come strumento percettivo comunicativo, come punto focale e come rievocazione simbolica dell'aspetto naturale (il sole, la materia, la luce).

Da varie prospettive si può cogliere il "calore" che lo spazio del locale infonde.

Visione dal vicolo interno
Visione dal vicolo interno


Visione dalla strada
Visione dalla Piazza



Ringrazio i meravigliosi proprietari Fabio, Chiara, Marta e tutti i collaboratori del ristorante. Claudio Chiesa per l'instancabile impegno e la grande professionalità. Tutti coloro che hanno operato per la buona riuscita del progetto d'interni.







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