“...un
ambiente distintivo e leggibile, non solo offre sicurezza, ma amplia
la profondità e l'intensità possibili all'esperienza umana."
(K. Lynch)
Secondo
l'architetto urbanista Kevin Lynch, che in un suo celebre testo
“L'immagine della città” analizzò le aree urbanizzate, un
ambiente (ed estenderei il significato a luoghi pubblici, privati, a
spazi interni o esterni) dovrebbe essere leggibile e
figurabile,
capace
cioè di invitare i sensi ad avere una maggiore attenzione e
partecipazione, al fine di rendere più conscio l'individuo della sua
appartenenza ad esso.
Per
LEGGIBILITA' si intende la facilità con
cui le varie parti di un tutto, possono venire riconosciute e possono
essere organizzate in un insieme coerente.
Per
FIGURABILITA' si intende quella qualità
che conferisce ad un oggetto fisico elevate probabilità si suscitare
nell'individuo (osservatore) un'immagine forte (di forte
riconoscibilità).
Secondo
il Lynch un ambiente LEGGIBILE e FIGURABILE
offre sicurezza e offre valori positivi quali: la soddisfazione
emotiva, il sistema di comunicazione e di organizzazione concettuale.
Egli
estrasse cinque
componenti fondamentali
dell'immagine della città:
Paths
(percorsi)
Districts
(quartieri/zone)
Nodes
(nodi)
Landmarkes
(punti focali/riferimenti)
Il
landmark, in particolare, secondo il Lynch è un elemento puntiforme,
che rimane “esterno” e dove l'osservatore non vi può entrare.
Viene usato come indizio di identità/riconoscimento, diventando
nella memoria un itinerario familiare, che in un certo qual modo
offre certezze e affidamento.
Pensiamo
ai campanili delle chiese nei piccoli paesi o alle torri delle
cittadelle medievali, che si scorgono in lontananza e che ci fanno
”ritrovare” il senso dell'orientamento, nonché il senso di
appartenenza al luogo. Stessa cosa può valere per cromie,
decorazioni allogate sui muri di spazi interni, che si distinguono
per la loro particolarità e che suggeriscono orientamenti e/o
comportamenti.
“AL
RAPANELLO”. Comune di Lesa (NO)
Anche
situazioni di spazi meno complessi, possono rilevarsi interessanti
progettualmente e divenire una sorta di landmark cromatico per il
territorio in cui si trovano.
A
Lesa, paese sul Lago Maggiore, da poco è stato riqualificato lo
spazio dehors del ristorante “Al Rapanello”, luogo rinomato per l'ottima cucina a base di pesce.
All'interno
si è voluta creare un'atmosfera di accoglienza e armonia, unita al
concept “arte”, con richiami alla musica, utilizzando cromie in
piano di tinta Y20R (NCS), materiali naturali (dal legno al metallo) e una
texture dorata per la parete verso lago.
Visione dal Lungolago |
Tale
parete, in effetti, visibile da più fronti, spesso illuminata dalla
luce naturale e dai riflessi del sole, è stata proposta come
landmarke sia per il ristorante, che per la piazzetta storica sulla
quale il dehors si affaccia. L'utilizzo di un colore interno visibile anche all'esterno, rende infatti importante la struttura e valorizza nel contempo il contesto nella quale essa si trova. Il colore diventa richiamo per il territorio e per la sua fruizione.
In
questo caso il colore, estremamente materico e luminoso, si colloca
come strumento percettivo comunicativo, come punto focale e come
rievocazione simbolica dell'aspetto naturale (il sole, la materia, la
luce).
Da varie prospettive si può cogliere il "calore" che lo spazio del locale infonde.
Visione dal vicolo interno |
Visione dal vicolo interno |
Visione dalla strada |
Visione dalla Piazza |
Ringrazio
i meravigliosi proprietari Fabio, Chiara, Marta e tutti i
collaboratori del ristorante. Claudio Chiesa per l'instancabile
impegno e la grande professionalità. Tutti coloro che hanno operato
per la buona riuscita del progetto d'interni.
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