Lettura
percettiva del paesaggio: cenni
In
genere l'ambiente viene percepito come un tutto unitario, in
relazione funzionale al comportamento dell'individuo. Vi sono teorie,
opposte, che spiegano tale caratteristica percettiva: per esempio il
modello a lente di Brunswik
(1956) e quello ecologico di James
Gibson (1957, 1966, 1979). Mentre per B. la percezione è
collegata strettamente all'esperienza personale, per G. l'esperienza
non gioca nessun ruolo nella percezione, poiché la maggior parte
delle risposte percettive sono innate e dipendono dal funzionamento
di alcune parti del cervello.
Gibson
si interessò soprattutto alla percezione che ha luogo
nell'ambiente naturale e per tale ragione il suo approccio venne
chiamato ECOLOGICO.
Per
Gibson il punto di partenza della percezione è l'ASSETTO
OTTICO (struttura o distribuzione della luce nell'ambiente). Esso
cambia a seconda di come l'osservatore si MUOVE nello spazio (la
maggior parte delle nostre percezioni hanno luogo mentre ci
muoviamo). Inoltre la lettura dell'ambiente/spazio avviene secondo
alcuni fattori che rimangono invariati:
GRADIENTE
di TESSITURA: si costituisce quando una superficie
caratterizzata da una tessitura, appare ad un osservatore inclinata
rispetto al suo piano fronto-parallelo. I singoli elementi appaiono
più fittamente ammassati, più è maggiore la distanza.
STRUTTURA
del FLUSSO OTTICO: flusso degli stimoli che
dall'ambiente giungono all'occhio dell'osservatore in movimento. (Es.
Dal finestrino del treno le immagini vicine sembrano passare più
rapidamente di quelle lontane).
RAPPORTO
di ORIZZONTE: rapporto tra la parte di un oggetto che
supera la linea di orizzonte e la parte che ne rimane al di sotto.
Non
dimentichiamo che la percezione visiva dell'ambiente avviene in
un contesto ben più complesso che comprende il modo in cui noi
stessi ci rapportiamo alla realtà (endogena ed esogena). Viviamo in
costante relazione con noi stessi, con gli altri e con il contesto
attorno a noi. Per cui percepiamo anche attraverso:
La
situazione fisica (tipo di spazio
in cui ci si trova)
Lo
stato psicologico (se siamo
allegri, tristi, arrabbiati, etc.)
Lo
stato fisiologico (siamo
assetati, stanchi, infreddoliti, rilassati, etc.)
Di
J. Gibson va inoltre ricordato il concetto di AFFORDANCE.
L' A. termine intraducibile
introdotto nel 1966, rappresenta l'immediatezza con la quale
l'oggetto comunica che cos'è e a che cosa serve, quali azioni renda
possibili o impossibili.
Per
AFFORDANCE AMBIENTALE si
intende uno scenario in grado di comunicare con immediatezza tutti i
dati necessari per l'orientamento e per la fruizione (utilizzo)
dell'ambiente stesso.
Le
affordances concorrono a determinare l'attaccamento
delle persone ai luoghi.
Con
Gibson e U. Neisser viene introdotto in psicologia ambientale
il concetto di SCHEMA.
Le
informazioni che percepiamo dall'ambiente, sono selezionate
attraverso schemi preesistenti nella nostra mente, che dirigono la
nostra attenzione a certi aspetti piuttosto che ad altri.
Un
ambiente nuovo attiva in noi una serie di aspettative, legate
alle nostre esperienze precedenti ( e quindi ad uno schema),
che ci portano a cercare categorie rispondenti allo schema stesso.
Secondo
F.H. Allport (1955) esiste un SET PERCETTIVO, per cui
l'attenzione che noi rivolgiamo all'ambiente, attraverso il sistema
percettivo, viene influenzata da "tendenze sistematiche".
(Il termine inglese
set,
è impiegato per indicare un'aspettativa, o una predisposizione verso
una data situazione).
Il
set percettivo è prodotto da vari fattori: il contesto, le
aspettative, le motivazioni, l'esperienza passata e le emozioni.
Se
si è interessati, per esempio, allo sport della vela, si noteranno
– guardando delle barche a vela sul lago/mare - dati tecnici
relativi alle imbarcazioni o alle modalità di guida, che non si
percepiscono se non c'è lo stesso stimolo d'interesse.
MAPPA
MENTALE o COGNITIVA: "La
rappresentazione interna che ci facciamo di un ambiente, delle strade
che possiamo prendere per percorrerlo, dei suoi elementi
percettivamente più rilevanti, degli oggetti che possono essere
utili per i nostri scopi e di quelli che possono metterci in pericolo
o ostacolarci, viene chiamata mappa
cognitiva". (Maria Rosa Baroni,
"Psicologia Ambientale", Il Mulino, 1998, pag.45)
Per
l'uomo i segnali visivi nell'ambiente sono fondamentali per
poter formare una mappa cognitiva.
Secondo
varie ricerche (Kaplan, Brown, Wendt, negli anni Ottanta)
perché un individuo possa dare una valutazione affettiva/positiva di
un ambiente, devono essere soddisfatte le condizioni di:
Coerenza
Leggibilità
Complessità
(ricchezza di stimoli percettivi, comunque leggibili))
Mistero
(informazioni non immediate, ma da "scoprire")
Un
ambiente per piacere deve avere una certa complessità
(ricchezza di aspetti percettivi), ma risultare leggibile. Ci deve
dire cioè di che tipo di ambiente si tratta e quali aiuti ci può
fornire nella realizzazione dei nostri piani.
Questi
aspetti sono riassumibili nel concetto di
supporting environment (ambiente che sostiene) di Canter
(1983), cioè di ambiente che facilita il soggetto ad ottenere tutte
le informazioni che servono e ne facilita le azioni.
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L'ambiente
provoca, prima della risposta cognitiva, quella affettiva.
Gli
aspetti di sicurezza, sostegno, incoraggiamento all'azione che
provocano una risposta positiva al supporting environment, sono gli
stessi che caratterizzano "un buono stile di attaccamento",
cioè il facilitating environment di D.
Winnicott.
L'ambiente
facilitante di Winnicott permette lo sviluppo del bambino
dalla dipendenza all'autonomia ed è soprattutto determinato dalla
vicinanza e dai comportamenti della madre.
Anche
l'ambiente ha una componente affettiva, che diviene sostegno e
facilitazione nella comprensione ed azione.
OGGETTO SALIENTE E MAPPE DI SALIENZA
(M.
R. Baroni, “Psicologia ambientale”, Il Mulino, BO, 1998
P.Rookes,
J. Willson, "La percezione", Il Mulino, BO, 2002
Jean-Philippe
Lachaux, “Controllare l'attenzione”, in: “Mente &
Cervello”, Le Scienze, N°87, anno X, Marzo 2012, pag.27/33)
In
un esperimento noto lo psicologo statunitense Daniel Simons ha
presentato ad alcuni soggetti un filmato nel quale alcune
persone giocavano a basket. Senza che gli spettatori venissero
avvisati, un attore travestito da gorilla attraversava ad un certo
punto il campo da gioco, si fermava tra i giocatori, salutava e poi
se ne andava.
La
maggior parte degli spettatori, che avevano il compito di seguire il
gioco, non notava il gorilla.
Il non
notare il gorilla è dovuto al legame tra attenzione, percezione e
memoria.
Il
sistema visivo non ha la funzione di memorizzare in ogni istante e
nei dettagli l'ambiente circostante.
Se
l'attenzione dello spettatore si fosse rivolta al gorilla
(attivazione delle aree visive del lobo temporale, giro
fusiforme, lobo frontale, V1, memorizzazione a breve termine nella
corteccia pre-frontale) allora avrebbe potuto individuarlo.
Senza
l'attenzione non ha luogo l'attivazione con le parti del cervello che
ci danno la possibilità di memorizzare e individuare; quindi
non si vede il gorilla.
Tutti
avrebbero notato il gorilla se:
fosse
stato dipinto di rosso
i
soggetti fossero stati avvisati della sua presenza
L'attenzione
può essere avviata da indizi particolari che il nostro
cervello si aspetta: COLORI, SUONI, FORME, MOVIMENTI
Si
suppone l'esistenza di gruppi di neuroni specializzati nella
percezione (per es. di volti o colori). Tali neuroni ci danno la
possibilità di rilevare la presenza di un papavero rosso in un prato
tutto verde.
Tali
neuroni ci permettono di avvertire nell'ambiente la presenza
di elementi interessanti.
Un
oggetto che spicca per luminosità,
colore, forma e movimento, cattura la
nostra attenzione.
Si
dice che è SALIENTE.
Anche
gli stimoli emotivi
rendono saliente un oggetto. L'amigdala riconosce rapidamente il
carattere pericoloso o piacevole di un oggetto. (Es.: scambiare un
ramo secco per un serpente velenoso).
L'attenzione
automatica è data anche da
elementi che apprezziamo o siamo abituati a distinguere
(semaforo).
Tutti
questi elementi concorrono nel costruire
una MAPPA di SALIENZA
dell'ambiente.
Se
percorriamo un paesaggio naturale, per esempio, siamo attratti
dalla fruta matura sull'albero (che è colorata), dall'acqua di un
fiume che scorre, o dai raggi del sole che passano attraverso rami e
foglie.
Le
mappe di salienza sono stabilite sulla
base di proprietà visive come le
DISCONTINUITA' nell'immagine:
D.
cromatica (passare dal verde al
rosso, come per delle ciliegie mature su foglie verdi)
D.
del movimento (il fiume)
D.
luminosa (giochi di luce,
scintillii...)
Le
mappe di salienza guidano lo spostamento di attenzione e
quello dello sguardo.
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