lunedì 15 maggio 2017

ESPERIENZA A COLORI - STUDIO 3705






La realtà è ACROMATICA

Per poter PERCEPIRE il COLORE abbiamo bisogno – in un dato contesto - di:

  • luce (illuminazione naturale o artificiale)
  • materia (oggetto illuminato ed osservato)
  • occhio (osservatore)
  • cervello (osservatore)

Il COLORE è una specifica sensazione cerebrale collegata all’atto percettivo (biologia, cultura)

La LUCE è energia elettromagnetica.

L’occhio umano è sensibile a una porzione assai piccola dell’intero spettro delle onde elettromagnetiche.
Percepisce la parte dello spettro elettromagnetico compresa tra i 380 e i 760 nanometri circa. (I coni sono sensibili a tutte queste frequenze della luce). Per il restante “spazio”, noi esseri umani, siamo creature cieche.


Le sensazioni cromatiche avvertite durante l’osservazione di un oggetto illuminato, sono determinate dalla risposta dei coni (fotorecettori), in base alle lunghezze d’onda dominanti che arrivano alla retina.

Anche se diverse sorgenti luminose sembrano emettere luce dello stesso colore, materiali illuminati potrebbero assumere tonalità di colore diverse.

Per esempio

  • un oggetto rosso viene percepito del colore reale se illuminato con una sorgente che emette luce bianca composta da uno spettro continuo.

Illuminando un oggetto con una luce bianca (composta da più lunghezze d’onda differenti) l’oggetto rimanda verso l’occhio le lunghezze d’onda corrispondenti al proprio colore (assorbe le altre) e l’oggetto appare del suo giusto colore.

  • un oggetto rosso se illuminato con luce bianca composta da lunghezze d'onda nel campo del giallo e del blu, apparirà marrone grigiastro. (Per la mancanza della lunghezza d'onda del rosso).

Illuminando un oggetto con una luce monocromatica (con una sola lunghezza d’onda) l’oggetto non rimanda verso l’occhio nessuna informazione cromatica e l’oggetto appare grigiastro.



E' importante conoscere lo spettro cromatico costituente la luce emessa dalla sorgente luminosa, la Resa Cromatica e la Temperatura di Colore, per progettare il colore in spazi interni.



PARLEREMO DI QUESTI E ALTRI TEMI RELATIVI AL COLORE IL 26 MAGGIO A POMBIA


















Il colore esiste davvero?

Uno spazio dello Studio 3705 si vestirà di luce e colore, il giorno 26 maggio, per regalare l'esperienza della realtà acromatica.
Ciò che vediamo è reale? Oppure il colore “appare” soltanto quando alcuni fattori ci permettono di percepirlo?
Insieme potremo riflettere, anche giocando, sull’interazione luce, materia, osservatore.

L’incontro con noi, professionisti dello studio, inoltre sarà l’occasione per visionare progetti effettuati nel tempo e dialogare su vari temi inerenti architettura e design.




TITOLO EVENTO: laboratorio a colori
DATA EVENTO: 26_maggio_2017
ORARIO INIZIO: 18.00 | ORARIO FINE: 22.00
INDIRIZZO DELLO STUDIO: studio3705 - via xxv aprile, 6 Pombia (NO)



























venerdì 24 marzo 2017

Il colore accento. Quadrati nel ristorante.

Ristorante "IL RAPANELLO" a Lesa (NO) sul Lago Maggiore. Restyling della sala interna. Progetto cromatico arch. Cristina Polli - collaborazione LAB3705.





















L'accento colore diventa attrattiva, rompe il ritmo, porta l'attenzione dell'occhio e del cervello verso un'area specifica. 

Lo scenario può essere il piatto, dove uno o due colori risaltano nell'impiattamento, creando una suggestiva composizione che invita lo sguardo verso i dettagli, posandosi poi, solo successiamente, sull'interezza dell'immagine. Il cervello cerca un ordine e una totalità, ma è interessato alla diversità, al punctum (R. Barthes), a ciò che fa la differenza e crea contrasto.

Lo scenario è lo spazio, definito da campiture che interrompono la monotonia, costruito con elementi quadrati giallo arancionati, su fondi neutri (in piano di tinta). Punti che stimolano e richiamano l'attenzione. 









Progetto cromatico sala uno
E’ stato utilizzato un unico piano di tinta: NCS Y20R (tinta con 20% rosso, 80% giallo) con nuances tendenzialmente poco cromatiche, in coerenza con la sala due (precedentemente realizzata) e con il concept stabilito, basato sull'arte e il design.



I colori si differenziano per chiarezza e saturazione, sottolineando contrasti e linee di confine, rendendo leggibili le configurazioni spaziali. Il nostro sistema nervoso, in effetti, è sensibile in particolar modo alla policromia, ai cambiamenti nell’ambiente, più che ad un input stabile (monocromatismo, forme uguali…).

Il progetto prevede il colore più chiaro e quello più scuro con identica bassa cromaticità, così come per i due colori intermedi (5005-1005 e 2010-3010). Il giallo utilizzato per pochi particolari è invece più brillante (70% cromatico).



Area tavoli. Sulle pareti più lunghe le cornici concentriche, sfumate dal chiaro verso lo scuro, ricompongono a livello percettivo lo spazio, senza evidenziare l’effetto “corridoio” della sala e dando volume alla superficie piatta.

Sul fondo scuro un solo elemento cromatico distinguibile (saliente) che ricorda la parete dorata della sala due. La cornice interna scura serve a contenere quadri materici a tema (ristorazione, cibo, pesce…), chiari o colorati.

Zoccolatura e fascia alta sono di un colore meno saturo e scuro, al fine di rispondere ad esigenze di manutenzione/pulizia e creare maggiore stacco con il fondo chiaro.



Area banco ingresso. Vengono riproposte le cromie con tagli geometrici (listato, rettangoli) per meglio delineare gli spazi.

Progetto decorazioni: vedi LAB 3705







Tinteggiature e decorazioni "Casola Roberto e figlio" Lesa.
Arredi a parete Tomasella Group (Nuova Bricchi, Omegna)
Quadro a verde: Il Giardino di Anna - Stresa



giovedì 16 febbraio 2017

NATURAL...MENTE COLORE










La natura dichiaratamente insegna. All'interno di qualsiasi scenario naturale coesistono colori con diversi gradienti di chiarezza, saturazione, tinta, in armonico equilibrio.
Luminanza, chiaro scuri ed ombre completano il fascino.
E' quindi possibile riportare atmosfere naturali in spazi interni, progettando colore, arredi, componenti, forme, illuminazione, utilizzando elementi e cromie in equilibrio tra loro. 
Il nostro "abitare" ambienti e luoghi connotati da strutture percettive in sintonia con i bisogni psico-fisiologici, diventa "comfort", "accoglienza". 
I componenti d'arredo, pur di piccole dimensioni, oggetti anche non necessariamente fruibili, funzionali, utili, ma evocativi (in alcuni casi transizionali), che "piacciono", che raccontano qualcosa per noi importante o semplicemente "belli" da vedere, possono a volte fare la differenza, colmando vuoti, suscitando emozioni, esaltando sensazioni.

UNA POSSIBILE ATMOSFERA. 
Semplici sassi raccolti al fiume, o sulla spiaggia, dalle sfumature chiare, dalle forme rotonde e rassicuranti, decorano insieme a legni sbiancati o naturali e fiori freschi, un angolo della casa. (Vedi anche: lab3705.blogspot.it)
Una parete è decorata con un ramo di edera sbiancato e tessuti colorati (in contrasto), leggeri, o vecchi cappelli in memoria di chi non c'è più o di estati passate...


















Ancora una volta la suggestione, l'informazione primaria, ci viene fornita dal colore.
Gli oggetti di per sé nulla direbbero, se non avessero la componente cromatica che rileva diversità, rende leggibile la materia, ci dà l'idea -senza bisogno di toccare- che una superficie sia liscia o rugosa o morbida o calda...Apparenze e realtà fenomeniche si confondono. Il colore sancisce, tra variabili ed illusioni, l'essenza dell'oggetto.
Così come, attraverso cultura e memoria, rievoca ricordi personali, attitudini e preferenze.

Il colore fa parte del dimorare, (fermarsi in un luogo) o abitare, (stare essere in un luogo). E' parte integrante della casa e diventa strumento per esprimere ciò che siamo, poichè lo spazio casa non è altro che l'esternazione del nostro io.



 


martedì 31 gennaio 2017

Il colore fa la differenza


Guardare in un bicchiere. Osservare le sfumature rossastre del vino. Coglierne luminosità diverse e ombre. 
Quale sarà l'aroma, il sapore, la consistenza, la freschezza...
Ancor prima di provare a sorseggiare, ancor prima di annusare, parlano i nostri occhi, lanciando segnali al cervello, fornendo informazioni basilari. 
In ogni dove, anche in uno scenario limitato, in un relativo campo visivo, il colore comunica.

Nel progetto di spazi il processo è similare. Ci accoglie prima di tutto il colore, come dice Maldonado: “… ciò che più colpisce nell’esperienza visiva quotidiana è che essa si configura, a livello intuitivo, come un’esperienza prevalentemente cromatica. Nel nostro rapporto, diciamo, ingenuo con la realtà, l’atto di vedere riguarda di sicuro la forma, il movimento e la distanza, ma specialmente i colori. Vedere è, in primo luogo, vedere i colori”. (Tomàs Maldonado, 1995)


I metodi, gli approcci al progetto possono essere diversi. Gli obiettivi però sono spesso comuni ai vari progettisti che si occupano di colore: 

stabilire una sorta di sintonia tra l'individuo e lo spazio vissuto

creare un ambiente coerente con l'esigenza di qualità di vita


raggiungere un equilibrio ecologico




L'importante è partire dai bisogni del percettore (o gruppo di percezione) e non dimenticarsi che ogni volta si utilizza il colore, esso darà informazioni, racconterà qualcosa, creerà gerarchie (comunicative, d'orientamento, d'uso...), aiuterà o meno a definire ed esplicitare funzioni, contribuirà a segnalare, organizzare; influirà sulla nostra percezione , sia essa di tipo istintuale, che cognitiva.




Un progetto cromatico non è un semplice "scelgo un colore - mi piace o non mi piace -  lo colloco dove credo", ma è un'operazione complessa, che richiede preparazione, studio, voglia di sperimentare, analisi, serietà, consapevolezza di ciò che si sta facendo e del fatto che si riverserà su altri. Bisogna conoscere, per poter praticare.





                         
Utilizzare il colore, significa quindi "sapere di cosa si sta parlando".  
Non si nasce sapendo...si impara.

Vorrei che persone non qualificate a fare questa professione, perchè appartengono ad altre rispettose categorie, non si spingessero a prendere decisioni sull'utilizzo del colore  - per esempio - in uno spazio educativo, pensando di fare cosa "buona e giusta" colorando a caso gli interni della scuola. Tanto l'importante è che sia colorata...
 
Certo: meglio un po' di colore piuttosto che il grigio o peggio il degrado. Però un professionista qualificato potrebbe davvero portare delle migliorie percettive ed ambientali. Lo sforzo forse sarebbe maggiore, ma il risultato avrebbe un senso.
Farebbe la differenza.



Ancora si pensa che un progetto cromatico sia superfluo?

                                             
                                                                                                
                                                                                                  


venerdì 25 novembre 2016

SE NE VEDONO DI TUTTI I COLORI...



















"Da bambino Leiris ha visto un quadro che rappresentava le età della vita. Se i suoi ricordi sono esatti si trattava di una versione particolare, sul retro della rilegatura di un volume illustrato edito a Epinal: ogni età era associata a un colore – giallo, grigio, verde, blu... - e portava il titolo I colori della vita. In modo particolare si ricorda del colore mezzo-mezzo, un miscuglio di numerose tinte che evocano il caos della prima infanzia dove tutto è ancora indistinto, come in un tempo mitico, e del colore caldarrosta che si riconduceva a due vecchi ubriaconi rissosi. La lezione che trae da questo ricordo impreciso è ambigua: non senza humour, ammette che è già passato attraverso un certo numero di questi colori, compreso - ben prima dei quarant'anni – quello di caldarrosta. La lezione che Leiris sembra trarre da questo ricordo incerto è che nella vita se ne vedono di tutti i colori (...)"
(Marc Augé, "Il tempo senza età", Raffaello Cortina Ed., Mi, 2014, pag. 64)


In uno dei corsi ai quali partecipo in veste di docente, una collega che stava seguendo i seminari, ha raccontato l'ennesimo aneddoto sull’incomunicabilità del colore. Nel proporre il colore ideale per una parete della propria abitazione, la cliente suggeriva “un grigio elefante”, sottolineando l’importanza che fosse davvero color elefante e non un altro grigio.
Abbiamo riso, ma l’architetto che raccontava con l’espressione del viso che lasciava intendere: “In quel momento avrei voluto sprofondare” - ha esternato la profonda frustrazione, dovuta anche al fatto che comunque in qualche modo la cliente doveva essere accontentata. 











 
La strada che stabilisce un contatto (comunicare = mettere in comune) tra professionista e committente (privato come nel caso esposto) è lunga e non sempre in discesa. Occorrono tempo, spazio, ascolto, pazienza e il colore, in un certo qual senso, pretende si debba “informare” il cliente in modo corretto anche dal punto di vista linguistico. Una sorta di “educazione” senza presunzione, utile al fine di raggiungere il risultato desiderato.
Grigi topo, elefante o balena... potrebbero essere ricondotti ai vari grigi presenti nel sistema NCS, con campionature e notazioni precise (gestibili e comunicabili anche all’applicatore). 




 









NCS 2500-N




NCS 3500-N









 
NCS 5500-N


NCS 5502-N


 

E’ possibile spiegare, magari partendo dal funzionamento del sistema stesso, che i colori sono soprattutto “percepiti” dall’essere umano, per cui è difficile comprendere di quale colore si stia parlando, se si utilizzano solo delle categorizzazioni generiche. Si crea confusione e il messaggio tra referente e ricevente non arriva in modo chiaro. Per poter parlare “la stessa lingua” servono elementi uguali dai quali partire.
Forse sarà più complicato all’inizio, ma poi – dopo qualche spiegazione – sarà anche stimolante e divertente per il cliente entrare nel mondo della percezione cromatica.

Il “verde salvia” lasciamolo al maglioncino che abbiamo deciso di acquistare. Quando abbiamo a che fare con spazi, luoghi, progetti di qualsiasi tipo e complessità (micro e macro scenari, product design, vision identity..), cerchiamo il sostegno di sistemi, mezzi e strumenti capaci di comunicare e gestire la componente cromatica in modo corretto.






martedì 13 settembre 2016

Poster "petali d'arte"


Evento Petali d'Arte – Mostra di design e fotografia -

Raccontare l'arte attraverso i linguaggi polisensoriali e percettivi del colore e della natura


arch. Cristina Polli, arch. Elisabetta Ferazza, Laura Caligiuri fotografa, Studio 37°5 architetti

SESSION POSTER alla XII CONFERENZA del COLORE - TORINO


L'evento “PETALI D'ARTE MOSTRA di DESIGN e FOTOGRAFIA”, realizzato per due anni consecutivi in Piemonte sul Lago Maggiore, indaga il rapporto tra arte, natura e colore.
E' possibile utilizzare diversi linguaggi sia per esprimere emozioni e sensazioni, che per descrivere un'opera d'arte, un'immagine, uno scenario.
In questa esperienza collettiva vengono esplorate diverse modalità di espressione, per raccontare ed interpretare una mostra fotografica, la collezione fotografica “ARBOREA” della fotografa Laura Caligiuri.
Le foto sono re-interpretate con un linguaggio naturalistico dalle composizioni floreali della designer Elisabetta Ferazza e con un linguaggio progettuale attraverso gli schemi cromatici dell'architetto Cristina Polli.
Il colore e la sua percezione, drivers comunicativi in tutto il percorso della mostra, costruiscono un ponte tra i linguaggi dell'arte fotografica e il flower design.
L'arte quindi si relaziona con la natura e con il colore come strumento di progetto. Arte, natura e colore, con il mondo percettivo.
Obiettivo principale dell'evento è sensibilizzare l'utente soprattutto non specializzato, a tematiche relative alla visione e alla percezione del colore, partendo da semplici immagini evocative della natura e allestimenti polisensoriali.
I visitatori possono così esplorare un mondo conosciuto (la natura, le immagini fotografiche) attraverso una diversa lettura, avvicinandosi con curiosità a dinamiche, metodi e strumenti progettuali.

L'OPERA D'ARTE - “Arborea” di Laura Caligiuri
Le fotografie esposte riguardano il tema dell'albero, che Laura Caligiuri con sensibilità ed attenzione ha fermato in preziosi scatti raccolti duranti i suoi viaggi. L'albero è raccontato in tutta la sua profonda essenza vitale e simbolica, con rispetto e fantasia, dando valore e significato ad ogni suo aspetto e contesto. Si susseguono immagini a colori di rami, foglie, fusti, in ambienti naturali e suggestivi.

LA COMPOSIZIONE DI FLOWER DESIGN
La lettura di Elisabetta Ferazza dell'opera d'arte diviene a sua volta espressione creativa nella composizione realizzata con fiori veri ed elementi naturali. La designer lavora sulle emozioni che ogni foto può suscitare, ricostruendo con colori, materiali, forme, la propria immagine evocativa. Si alternano così sensazioni diverse, che incorniciano gli scenari proposti dalla fotografa. In ogni composizione si può osservare l'attenzione meticolosa per il particolare, la costruzione di un insieme equilibrato e la ricerca nei materiali.
Accanto alle composizioni, in alcune aree della mostra, Elisabetta propone installazioni che completano il racconto di Arborea.

LO SCHEMA CROMATICO
Schematicamente è possibile rappresentare un'immagine fotografica, attraverso una scheda cromatica percettiva (palette colore) che raccoglie le nuances presenti nell'opera, estrapolate utilizzando il sistema di notifica NCS (Natural Colour System) e la comparazione visiva.
Il risultato è un accostamento geometrico di colori, che risulta percettivamente equilibrato e diviene esso stesso racconto, immagine, progetto.
Gli schemi di Cristina Polli ripropongono, in modo personalizzato, i colori e le quantità di colore presenti in ogni fotografia.
L'osservazione di una foto, di un quadro, come di una qualsiasi altra immagine (un oggetto, uno scenario, un paesaggio, un edificio...), può essere tradotta in uno schema cromatico, che riassume, delinea, identifica i colori presenti nell'opera.
Le diverse tinte, i vari colori, sono stati estrapolati manualmente con comparazione visiva e poi rappresentati in una composizione che ha tenuto conto dei principali parametri: chiarezza del colore, tinta, saturazione, quantità, contesto (contrasto…).
Per poter analizzare i colori presenti nell'immagine, valutandone le differenze di tinta, saturazione e chiarezza e quindi scegliere le corrispettive notifiche secondo il sistema NCS (utilizzo di Index 1950 Original e NCS Atlas 1950 Original), è stato usato il metodo dell'isolatore comparatore.
Il colore identificato e riportato negli schemi, risulta pertanto essere apparente.


Per dare maggior risalto ai sottesi temi sulla percezione, la mostra è stata suddivisa in aree tematiche

  • Il bianco e il nero
  • Colori opponenti
  • Minimal. Effetto figura/sfondo
  • Materia, forma e colore
  • Visione del colore e daltonismo


IL BIANCO E IL NERO
Nella sezione B/N si è utilizzata un' unica foto, apparentemente bianca e nera acromatica, in realtà a colori (neri, bianchi, grigi cromatici), che offre lo spunto per far riflettere sul modo in cui proprio il bianco e il nero, nonché la gamma dei grigi, vengano percepiti. Lo schema cromatico corrispondente testimonia la componente cromatica nei neri, bianchi e grigi, attraverso le notazione del sistema NCS. A corredo dell'area vi è un'installazione di rami spogli, anch'essi percepiti come acromatici.

COLORI OPPONENTI
Nell'area sono situate quattro foto aventi ciascuna una predominanza di gialli, di rossi, di verdi e di blu, ovvero dei quattro colori fisiologici di E. Hering, detti opponenti. Poste frontalmente alle foto vi sono quattro composizioni floreali con gradienti opposti (foto sui rossi + composizione sui verdi, foto sui blu + composizione sui gialli, etc.) e rispettivi schemi cromatici. La sezione pone l'attenzione sulla lettura che il cervello esegue, per cui non esiste il GIALLO, ma il segnale GIALLO-BLU (o rosso-verde), in quanto il giallo è percepito in relazione al suo opponente blu.
In effetti non è possibile vedere un blu che tende al giallo, o un rosso che tende al verde.

MINIMAL. EFFETTO FIGURA/SFONDO
L'area riporta quattro foto con raffigurazioni effetto silhouette e relativi schemi cromatici. Un'installazione si pone di fronte alle foto a rimarcare l'aspetto di figura/sfondo.
In questo caso si vuole condurre il visitatore verso il concetto di identità del colore, che è stabilita per rapporto, contrasto ed è determinata dal contesto in cui esso si trova. Un esempio di scambio interattivo tra colori che definisce e provoca diverse situazioni percettive, è dato dal fenomeno "figura-sfondo".

MATERIA, FORMA E COLORE
In questa sezione sono proposte quattro foto con particolari soggetti arborei dalle forme e colori ben distinti, più i relativi schemi cromatici. Le composizioni floreali sono costituite da varie materie e colori.
La riflessione si fonda sull'aspetto della forma e di come il nostro cervello accorpi più facilmente tra loro elementi con uguale colore, che elementi con uguale forma. Unione di materia, forma, colore dà inoltre spunto a valutazioni sulla percezione sinestesica del colore.


DALTONISMO
La sezione ripropone una delle foto della mostra utilizzando la visione tricromatica e daltonica (nelle sue tre forme). Anche una composizione floreale viene definita secondo una delle visioni del daltonismo. Gli schemi cromatici riprendono lo stesso sistema di esposizione percettiva.
Al visitatore viene data la possibilità di incontrare il daltonismo; è una fra le diverse percezioni possibili dei colori insieme alle altre discromatopsie e alla visione tricromatica, considerata erroneamente “normale” solo perché più diffusa (90% della popolazione).
Le discromatopsie rappresentano differenze della percezione dei colori e non difetti, perché non esiste una percezione dei colori normale contrapposta ad altre che non lo sono. Esistono invece capacità di cogliere realtà colorate in modo diverso.



Come esempio nel POSTER è stata riportata l'area tematica “Colori Opponenti”, nella raffigurazione foto BLU + composizione GIALLA

(I colori stampati e riportati nell'esempio, sono puramente indicativi. Per un'esatta valutazione fare riferimento ai campioni NCS.)