sabato 20 aprile 2013

LEGGERE...il colore


Non intendo fare recensioni...non sono in grado, credo. Però mi permetto di proporre delle letture che hanno a che vedere con la percezione, la neurobiologia, il design e ovviamente il colore.


 

Ciò mi da la possibilità soprattutto di passare - spero - un messaggio a chi sia interessato alla tematica COLORE in tutte le sue più variegate sfumature.
Leggere, studiare, informarsi, tenersi aggiornati, essere interdisciplinari non basta mai. E' un'inesauribile cammino che impegna, prende tempo, ma appassiona ed è basilare per poter progettare e/o lavorare con la componente cromatica.
Però la teoria non è sufficiente e neppure credere che aver studiato o letto o seguito qualche corso sia abbastanza per credersi un progettista/color designer esperto.
Io penso sia importante mettersi continuamente in gioco, comprendere che la nostra magnifica professione sia in divenire, abbia bisogno di verifiche continue e di confronti con altre figure professionali. Nulla è così definito e stabilito, la scienza stessa ce lo racconta. Dobbiamo ogni volta rivedere, (al di là del metodo che diviene una base rassicurante), caso per caso, come comportarci, come muoverci, cosa accade...La ricerca è infinita, non si può bloccare.
E non dobbiamo aver paura, del resto, di portare avanti le nostre visioni, riflessioni, deduzioni, che l'esperienza ci ha insegnato.

In tutto questo conta una buona dose di umiltà: non credo nell'arroganza, nel divismo, nelle "prime donne", in chi "sa di sapere" (al contrario di Socrate), in chi non accetta la fatica di doversi informare continuamente o dover ri-studiare qualcosa, in chi si arrocca su presupposti che divengono preconcetti. In chi non è disposto alla collaborazione, all'ascolto, alla conoscenza, al guardare il mondo da punti di vista alternativi. In chi pensa di aver già capito tutto...

Il bello è proprio scoprire che c'è sempre qualcosa da imparare e che si diventa migliori quando si sale un altro scalino verso la conoscenza.












lunedì 8 aprile 2013

IL PROGETTO CROMATICO: metodo e bisogni

Qualsiasi progetto non può che partire da un'attenta analisi dei bisogni. 
 
Progetto carte da regalo. arch C. Polli

Facile, sembrerebbe, rendersi conto di quanto siano negativi ed ostacolanti per la buona riuscita di un progetto, alcuni atteggiamenti, presupposti e situazioni. In realtà spesso si ci trova all'interno di vischiose tendenze, che provocano comportamenti diametralmente opposti alle sane intenzioni di partenza.
A volte si agisce con una nevrotica fretta, dettata dal voler risolvere tutto e subito, un po' per forzature esterne, un po' per paura di non accontentare immediatamente la committenza, ammazzando spazi di relazione/comunicazione necessari per comprendere i veri bisogni e tempi di rielaborazione delle idee.
Altre si è vittime, anche passive, della burocrazia tentacolare e – invece- lenta che detta leggi, pretende, rallenta, gestisce malamente le pratiche ed economicamente rovina il paese. Ci si perde nel marasma Kafkiano e le energie muoiono insieme all'entusiasmo.
Sempre per mancanza di tempo non ci si sofferma sul significato di ciò che si sta compiendo; il progetto diventa un meccanismo di domanda-risposta, di domanda-offerta, di soluzione immediata. Si saltano passaggi importanti, si evitano dubbi, ci si scorda del metodo.



Il METODO è fondamentale, così come dare tempi e spazi alle varie fasi del progetto.

Quello che viene definito metaprogetto, sistema a cui appartengono l'analisi dello stato di fatto (l'analisi dei luoghi comprende l'analisi percettiva, ergonomica, cromatica, etc.), l'analisi sociologica (aspetti culturali, economici, antropologici, etc.), lo studio accurato dei bisogni dell'utenza/committenza (percettore e gruppo di percezione), la definizione di un concept forte e di sostegno, non deve essere velocemente accantonato per poter passare direttamente alla fase di progetto. Non esiste un vero progetto (e io mi riferisco al progetto cromatico) se non si creano delle fondamenta solide, capaci di fornire più dati possibili.
Soprattutto non è accettabile una soluzione, senza aver tenuto conto del centro autentico del nostro interesse, ovvero l'uomo, l'individuo, con le sue esigenze fisio-psicologiche, col suo rapporto col territorio in cui abita, con la sua natura biologica e culturale.

Il progetto cromatico (di spazi interni, esterni) ha come obiettivo il benessere ecologico per l'uomo. Abbisogna perciò di tempi lunghi, di pazienza, di accuratezza, di analisi di dati, di verifiche continue. Di approcci anche sperimentali ed innovativi, collaborazioni tra figure professionali diverse e interdisciplinarietà.
Non ultimo, di passione per il proprio lavoro. 

"Museo del Lago" , quadro C.Polli