giovedì 27 ottobre 2011

CONVEGNO

Il 25 ottobre 2011, presso la Sala Cantelli di Novara, si è svolto il convegno "Alzheimer e lavoro di cura: sono possibili nuove proposte?", indetto dal Centro Maderna di Stresa, in collaborazione con la Provincia di Novara, l'Asl e CSV di Novara. Tra i relatori la dott.ssa Luz Cardenas, psicologa e la dott.ssa Anna maria Melloni, direttore del Centro Maderna. 
 

Credo siano importanti questi momenti di osservazione, confronto, dialogo, riflessione con operatori facenti parte di realtà diverse, al fine di far luce, il più possibile, su scenari di progettazione che potrebbero interessarci, in qualità di designers ed architetti.
Se è innegabile che le variabili progettuali nell'ambito degli spazi di cura siano ancora molte, altrettanto innegabile è il fatto che il progetto diviene parte integrante del protocollo terapeutico e che - da convinzioni scientifiche assodate - l'ambiente influenzi  lo stato psicofisiologico dell'individuo. 
E' conseguenza diretta il considerare il progetto cromatico come RISPOSTA ai bisogni dell'individuo, come SUPPORTO, come elemento qualificante e d'aiuto nella strutturazione di ambienti adeguati.





RIFLESSIONI:
  • E' necessario implementare il numero e la progettazione di strutture residenziali dedicate all'ospitalità di malati Alzheimer.
  • La progettazione non si esaurisce nel design d'interni, ma dev'essere interdisciplinare, integrata, partecipata. Poiché ancora sperimentale, abbisogna di continue verifiche nel tempo. Deve soffermarsi sui bisogni dell'uomo.
  • Le problematiche legate ai differenti casi e al decorso in stadi della malattia, rendono obbligatoria un'apertura verso nuovi sistemi progettuali e un costante confronto tra diverse figure professionali.
  • Una fase metaprogettuale, la realizzazione conseguente di un progetto percettivo cromatico e la sua verifica, può divenire momento di confronto utile per una riqualificazione di ambienti preposti alla cura e assistenza.



 








Il mio contributo al convegno si è basato sul cercare di comunicare l'importanza dell'apporto di un progetto cromatico percettivo all'interno di spazi di cura per malati di Alzheimer.

Abstract dell'interevento
Il processo di percezione e conoscenza dell'ambiente avviene mediante l'interazione tra il soggetto e l'ambiente stesso (M.R. Baroni). Affinché gli spazi di cura possano rispondere al bisogno umano di riconoscimento dei luoghi, di orientamento ed equilibrio biologico, bisogna tener conto dei processi cognitivi e percettivi dei soggetti che "abitano" tali spazi. Attraverso il progetto cromatico sperimentale, è possibile ridefinire un modello di spazio protesico, leggibile, figurabile (K.Lynch), di supporto. L'attenzione dell'intervento viene posta sulle caratteristiche generali del progetto cromatico in luoghi di cura.



venerdì 14 ottobre 2011

DISCILPLINE e confronti

Il mondo del design e dell'architettura è costituito da microcosmi e macrocosmi, che non possono essere tra loro disgiunti, ma considerati come insiemi e sottoinsiemi di un'unica realtà, quella dell'uomo e del suo ambiente.  Obiettivo primario del design è infatti indagare l'ambiente vissuto, mettendo al centro dell'attenzione i bisogni dell'uomo. Spazi, luoghi, oggetti non divengono così solo volumi, superfici, materiali...ma scenari dove avvengono relazioni, storie, emozioni, vita.











Il color designer, che lavora su piani diversi, parte quindi da un approccio percettivo finalizzato  alla lettura di un contesto, per arrivare ad un progetto cromatico inteso come risposta ai bisogni degli individui che abitano quel luogo.

Studiare e lavorare con il colore significa rapportarsi a differenti aree.
Vi sono discipline che STUDIANO il colore: fisica (in particolare l'ottica per ciò che avviene all'esterno del sistema visivo); chimica (studio delle sostanze colorate e coloranti); fisiologia; psicologia (interpretazione dei segnali nervosi e percezione del colore); psicofisica (la colorimetria per la relazione tra lo stimolo e la risposta del sistema visivo); matematica (modelli rappresentativi della visione del colore);
e discipline che si OCCUPANO di colore: simbologia, storia, antropologia, comunicazione, architettura, design, arredo, paesaggistica, restauro, grafica, moda, cosmesi, medicina, alimentazione...

Il progettista interessato ad un progetto per l'uomo, sa del resto che un'analisi consapevole non pùò escludere lo studio di discipline come la Psicologia Ambientale, le Neuroscienze, o la Sociologia.
Un metodo progettuale che abbia carattere interdisciplinare, conduce sempre a confronti attivi e costruttivi, dalla fase di metaprogetto fino a quella conclusiva dell'esecutivo e della verifica.

Connessioni, fusioni, dialoghi avvengono tra sistemi ed aree diverse, ma tra loro compenetranti. Arte, musica, fotografia, teatro, cinema si legano ad architettura e design, costituendo mondi e sperimentazioni dai quali trarre insegnamenti continui.



Dan Flavin. Villa Panza, VARESE
















Le installazioni di Dan Flavin, per esempio, attarverso l'uso di colore e luce ci conducono verso materici spazi, dove possiamo cogliere atmosfere e simbolismi, sperimentando la percezione del colore come elemento che muta luoghi, li reinventa, li ripropone e li fa esperire anche mediante l'emozione.