venerdì 29 aprile 2011

POLISENSORIALITA'






"Dovremmo rivolgere tutta l'attenzione possibile a tutti gli aspetti non visivi dell'ambiente" (Richard Neutra, 1949)


I SENSI

Senso. Dal latino sensu, da sentire, percepire: facoltà di sentire, ricevere impressioni prodotte da stimoli esterni.
Sinestesia= dal greco synàisthesis, "percezione simultanea". Fenomeno per cui la percezione di determinati stimoli è accompagnata da immagini proprie di altre realtà sensoriali.
"(...) Lo stesso dicasi per la verbocromia per cui certe parole sono accompagnate da una sensazione di colore, e in generale per le forme di fotismo dove sensazioni di colore possono accompagnare percezioni di gusto, tatto, dolore, caldo, freddo e simili..." (U. Galimberti, "Dizionario di Psicologia", Ed. L'Espresso, NO, 2006, Vol. III, Pag. 484)







 
 
 
 
 
TATTO
E' la più soggettiva delle sensazioni e ci dà informazioni sull'ambiente più prossimo a noi. In effetti è l'unico senso che, a causa della vicinanza che impone, unisce contemporaneamente l'azione con la sensazione, inducendo una reazione che aggiunge altre informazioni all'esperienza fatta. (Percorrere dal vero una città è ben diverso dal conoscerla attraverso un filmato!). IL SISTEMA TATTILE È MOLTO ANTICO ED È IL PIÙ MATERICO TRA I SENSI. Correlata strettamente al tatto è la pelle, sensibile anche alle variazioni di calore. Essa emette ed avverte calore. L'uomo attraverso la pelle scambia messaggi sulla propria condizione emotiva.
Progettualmente ha grande importanza soffermarsi sui dettagli materici, sulle texture, considerando gli aspetti polisensoriali.
 
 
OLFATTO
Nel DNA vi sono 347 geni per l'olfatto e solo 4 geni per la vista. La memoria olfattiva è, in effetti, una delle più durature in quanto collegata alle strutture limbiche del cervello.(MEMORIA OLFATTIVA-individuo). Nel progetto di spazi abitati l'attenzione allo scenario osmico dovrebbe perciò essere maggiore di quella riservata alla vista. L'odore è uno dei più primitivi e fondamentali mezzi di comunicazione, nonchè il più chimico. (Negli animali serve per distinguere i vari organismi, riconoscere i propri simili, ricercare cibo, ritrovare il gruppo, delimitare il territorio, difendersi, lasciare segnali sessuali...REAZIONI ISTINTIVE-SPECIE). L'olfatto è il senso più legato all'inconscio. E' indipendente, misterioso, individualista e agisce sulla comunicazione, sulla creatività, sull'emozioni. Odori e profumi caratterizzano l'ambiente, il vivere quotidiano, l'orientamento spaziale, la tradizione (ICONE OLFATTIVE-SOCIETA').

GUSTO
E' collegato al senso dell'olfatto; gran parte della percezione dei sapori è un messaggio olfattivo. (Cavità nasale e orale sono una il doppione dell'altra, separate dalla volta ossea del palato.) Non bisogna dimenticare l'aspetto di percezione mutisensoriale che accompagna il nostro modo di essere e vivere gli spazi: mangiamo anche con gli occhi e con il naso!



UDITO
UDIRE significa percepire con l'orecchio suoni, voci, rumori. ASCOLTARE deriva dalla radice latina auris, cioè orecchio e significa stare a sentire attentamente, prestare orecchio. Mediante l'adattamento fisiologico l'uomo riesce ad Udire, con l'intelligenza arriva a Sentire, ma solo per mezzo della coscienza è capace di Ascoltare. Secondo il medico Alfred A. Tomatis: "Ascoltare significa passare dalla sensazione alla percezione".
Dimenticato spesso nel progetto (interni) e nella gestione dello spazio urbano, questo senso è in realtà estremamente importante: il rumore del traffico, per es., risulta essere una delle maggiori cause di stress. Una ricerca effettuata da uno studioso di fonetica, J.W. Black, ha dimostrato che la grandezza, l'intensità e la frequenza del fenomeno di rimbombo in una stanza, agiscono sui tempi di lettura: si legge più lentamente in locali vasti, dove l'eco è lenta e più velocemente nelle stanze di ampiezza inferiore.
La percezione spaziale uditiva, non comprende solo tutto ciò che è di fatto recepito, ma anche ciò che viene escluso. Così come sta a noi, volere o non volere percepire i messaggi esogeni (percezione selettiva).

VISTA
La vista è stato l'ultimo dei sensi a svilupparsi ed è tra tutti il più complesso. Il flusso di immagini che arrivano all'occhio continuamente, mette in moto 120 milioni di fotorecettori che impiegano un terzo dell'energia del cervello per poter funzionare, ricavando informazioni, significati e valori dalle immagini riconosciute.
La visione non è mai passiva: c'è sempre reciprocità tra l'uomo e il suo ambiente. Visione ed esperienza corporea (cinestetica) si integrano costantemente. Lo spazio fornisce elementi visivi come: contrasto di chiaro / scuro (pieni e vuoti, luce ed ombra) che creano atmosfere e favoriscono la percezione dei volumi (anche eventuali ostacoli); contrasto di caldo / freddo attraverso la temperatura colore; contrasto dinamico / statico per cui camminando e muovendosi in uno spazio l'uomo si orienta, raccoglie impressioni, particolari e dati, cambia prospettiva.



COLORE E PAESAGGIO POLISENSORIALE
Il paesaggio, il luogo che noi abitiamo, attraversiamo, si riempie di significati ed emozioni grazie alla nostra esperienza e al nostro particolare vissuto.
Il colore stimola profonde emozioni, forti attrazioni o repulsioni, ricordi e associazioni. Il suono ha una sua energia che ci stimola o innervosisce, rievoca immagini e significati. Il profumo crea atmosfere emotive, ci riporta di colpo al passato...Il tatto registra nell'immediato temperatura, vibrazioni, movimenti, pressioni...Il gusto ci appaga o ci disturba.
La ricchezza sensoriale diviene storia personale e storia dei popoli.

Vedere e percepire
non sono la stessa cosa


Percezione. Dal latino perceptus, part. passato di percipere: prendere, captare.

In psicologia è il processo mediante il quale l'individuo riceve attraverso gli organi di senso (polisensorialità/sinestesia) ed elabora informazioni provenienti dall'esterno e dal proprio corpo.


VEDERE: percepire con gli occhi la realtà concreta.
E' definibile visione il momento cerebrale in cui gli elementi presenti nel campo di osservazione attivano il nostro sistema visivo, a prescindere dalla elaborazione istintuale e cognitiva.

















mercoledì 27 aprile 2011




"Se pensiamo alle città, il nostro contatto con esse (con New York, per esempio) è un allungare il collo verso l'alto. Il turista un po' grezzo va in giro per New York a vedere le sue meraviglie, e alla fine della sua vacanza ha il collo irrigidito. Invece, il rapporto fra esseri umani ad altezza d'occhio è una parte fondamentale dell'anima nelle città. Il volto delle cose – la loro superficie, il loro rivestimento – il modo in cui leggiamo ciò che s'imbatte in noi ad altezza d'occhio. Come ci studiamo l'un l'altro, come ci guardiamo in faccia, come ci leggiamo – è così che avviene il contatto d'anima. Una città, quindi, avrebbe bisogno di luoghi per questi contatti umani ad altezza d'occhio. Dei luoghi d'incontro. Un incontro non è soltanto un incontro pubblico, è un incontro in pubblico: le persone che s'incontrano fra loro. Fare una pausa dove è possibile avere un momento di contatto ad altezza d'occhio. Se la città non ha dei posti per fare una pausa, come è possibile incontrarsi? Passeggiare, mangiare, chiacchierare, spettegolare. Per la vita della città sono enormemente importanti quei luoghi dove si può chiacchierare. La gente se ne sta vicino a un distributore di bevande fresche e racconta di quello che succede, e quelle chiacchiere sono lavita stessa della città. Si parla in modo diverso da dietro una scrivania o nel séparé di un caffè. Chi ha visto chi, dove; cosa c'è di nuovo, cosa succede – un po' della vita psicologica della città.
Abbiamo bisogno anche di luoghi per il corpo. Luoghi dove i corpi si vedono, s'incontrano, sono in contatto fra loro..." (J. Hillman)





 

sabato 23 aprile 2011

Ambiente

Poiché esiste costantemente una relazione biunivoca tra noi e lo spazio attorno, come noi creiamo l'identità di un luogo, così lo spazio diviene una condizione necessaria per la costituzione della nostra identità.


mercoledì 20 aprile 2011

Una vita in Bianco e Nero

Non a tutti piacciono i peperoni...comunque sia, il cibo che amiamo lo gustiamo con piacere anche perché è colorato. Dove finirebbe tale piacere se vedessimo in bianco/nero/grigio? Vi siete mai immaginati di mangiare una sugosa banana...grigiastra?
Eppure la "scienza" ci dice e conferma che vediamo in bianco e nero e che il colore non esiste. Sto chiaramente semplificando, ma il concetto è questo. Forse non a torto secondo alcuni teorici il nome colore deriva da celare, nascondere. Sappiamo che COLORE è la definizione che diamo a una nostra particolare sensazione cerebrale, generata nell'atto percettivo. Una sensazione strettamenre connessa a pensieri, sentimenti, emozioni. Come direbbe Gyorgy Kepes: "La sensazione di colore è quindi sempre un simbolo di soddisfazione del sistema nervoso". (Le varie citazioni sono tratte dai testi che potete trovare nella  Bibliografia Colore).

A un occhio che rispondesse solo all'intensità della luce, in modo identico per tutte le lunghezze d'onda, il mondo apparirebbe in bianco e nero e grigio. Biologicamente questa soluzione economica, ottima per alcuni mammiferi che poco hanno di colorato da guardare nel loro habitat naturale, non funziona per altri (come noi umani) che abbiamo bisogno di percepire il colore, poiché basilare per la nostra sopravvivenza.

Primo punto dal quale partire, essenziale direi per comprendere l'argomento COLORE, è quindi questo: abbiamo bisogno di vivere in ambienti capaci di rispondere ai nostri bisogni psicofisici. Luoghi armonici, coerenti, polisensoriali. In grado di suscitare equilibrio e benessere in lnea con le nostre esigenze sia biologiche che culturali. Percepire il colore e vivere nel colore è vita.

martedì 12 aprile 2011

COLOUR VITAE: il concept

Perché intitolare un blog "Colour Vitae"? Forse l'idea nasce a causa della mia professione (faccio ciò che sono e non sono ciò che faccio),  cioè la colour designer. Soprattutto però, scaturisce da ciò che sento. La mia vita è colore, o dovrei dire il colore è parte costante della mia vita. Del resto siamo tutti circondati dal colore e con esso viviamo, con-viviamo, ci confrontiamo, cresciamo, comunichiamo, lavoriamo...
Vorrei aprire una porta, creare un altro ponte, parlarne ancora: per amore del tema, per passione, per entusiasmo; per il desiderio di chiarire, raccontare, condividere pensieri ed idee.
Dare spunti e trovarne. Far conoscere, conoscere e ri-conoscere.

CONCEPT: un CONTENITORE di IDEE.  Un blog aperto a chi vuole leggere, parlare, discutere, chiacchierare di COLORE.  Per un target allargato. Non mi rivolgo solo a professionisti interessati alla metodologia progettuale, sulla quale per altro vorrei esprimermi, ma a chiunque si interessi al tema.
PAROLA CHIAVE: interazione, sinergia, progettare per l'uomo.