martedì 30 agosto 2016

THE WOMAN IN RED





















Nel 1984 Gene Wilder diresse e interpretò, curandone la sceneggiatura, il remake del film francese Certi Piccolissimi Peccati (Y. Robert 1976).
La commedia venne intitolata La signora in rosso.

Il protagonista (Gene Wilder), pubblicitario di nome Teddy Pierce, s'innamora di una modella, Chorlotte (Kelly Le Brock), nel momento in cui la vede ballare sopra uno scarico dell'areazione (citazione da Quando la moglie è in vacanza con M. Monroe).
Del film ci rimangono impressi nella memoria soprattutto la colonna sonora (curata da John Morris e Stevie Wonder), la grande ironia di Gene Wilder e il colore rosso.

Che senso avrebbe avuto una Signora in blu? O in verde? Dove sarebbe finita la seduzione? L'attenzione? La forza dell'immagine?




 
Il colore ROSSO in questo caso, così come in altri esempi cinematografici famosi e più volte citati (uno per tutti Schindler’s List del 1993, dove la ragazzina dal cappotto rosso diviene simbolo dell'intero film, anche perché quasi unico elemento a colori in scene bianco/nere), ripropone il concetto di salienza, aspetto della percezione visiva in grado di attirare l'attenzione su un dato elemento presente nella scena osservata.

Non solo; il rosso diventa nel film attrazione, sensualità, erotismo, desiderio, amore.

Il rosso è l'espressione della forza vitale, dell'attività nervosa e ghiandolare e così significa desiderio e tutte le forme di appetiti e di desiderio. (…) è il desiderio famelico di tutte quelle cose che offrono una intensità di vita ed una pienezza di esperienze. Il rosso è impulso, volontà di vincere e tutte le forme di vitalità e di potere, dalla potenza sessuale alla trasformazione rivoluzionaria.” ( Max Lùscher, “Il test dei colori”, Casa Editrice Astrolabio, Roma, 1976, pag. 56-57)




L'associazione tra rosso e amore già esisteva nella Grecia pre-ellenistica, dove il rosso venne associato al dio Eros.

Il rosso, tuttavia, è il colore del cuore non soltanto dal punto di vista fisico, ma anche da quello simbolico. Il cuore, in effetti, è frequentemente associato al fuoco e all'energia spirituale (per esempio nell'antica Cina), è ritenuto sede dell'energia che anima e vivifica il corpo (…) Nell'iconografia occidentale, soprattutto a partire dall'epoca barocca, le immagini dette del sacro cuore sono associate al Cristo e raffigurano un cuore sormontato dal fuoco, sintesi figurativa di spirito, vita (…), energia e amore.
Nella nostra cultura il cuore è fra i più diffusi simboli dell'amore sia sacro che profano, sia sentimentale che sessuale.” (Caludio Widmann, “Il simbolismo dei colori”, Ed. Scientifiche Magi, Roma, 1999, pagg.103-104)


Bocca di F. Audrito

















Eros è nel segno del rosso: trascina alla passione, al desiderio bruciante, al delirio afrodisiaco, rosse sono in tutto il mondo le luci che indicano i luoghi in cui si consuma il sesso mercenario; rossa è l'illuminazione erotizzante del tango; rosse sono le scarpe fetish delle trasgressioni sessuali.
Il design si è appropriato con ironia di questo significato con la produzione del divano rosso Bocca di Franco Audrito dello Studio65, che lo progettò ispirandosi al ritratto di Mae West di Salvador Dalì, raffigurata con la bocca come un divanetto: una sedia glamour, sottilmente erotica ed ironica, attualizzata nella forma delle labbra di Marilyn Monroe.” (Lia Luzzatto, Renata Pompas, “Colore&Colore”, Il Castello, MI, 2009, pag. 86)

La scelta di vestire totalmente in rosso la signora del film, deriva quindi da un insieme di motivi: culturali, evolutivi, biologici, psicofisiologici.

Il rosso è stato assunto come simbolo di tutte quelle circostanze nelle quali ci sentiamo emozionati. L'attività di caccia e di guerra non predisponeva certo i nostri antenati a un atteggiamento rilassato e lo stesso valeva per l'attività di corteggiamento che avrebbe garantito la continuazione della specie e nuove braccia per il lavoro e la guerra. Il sangue della caccia, della guerra, della sessualità iniziatica connotava inoltre quei momenti di tensione e di eccitazione; momenti caratterizzati da una notevole quantità di adrenalina in circolo che le ghiandole surrenali secernevano per rendere i nostri progenitori più preparati ad affrontate le situazioni critiche. Un'auto rossa ci emoziona, è una sfida, è pericolosa, non facile da gestire, le sue potenzialità potrebbero sfuggirci di mano, potrebbero ucciderci; tutto ciò che ci appare rosso è un distrattore perché in natura non esiste nulla di color rosso vivo che possa vantare più di un metro quadrato di superficie.
Ecco quindi l'emozione legata alla pura, all'aggressività, alla sensualità...” (Giulio Bertagna, Aldo Bottoli, “Perception Design”, Maggioli Editore, San Marino, 2009, pag. 195)











"Dal punto di vista evolutivo il rosso è il colore del sangue e perciò siamo molto recettivi verso di esso; se avessimo avuto il sangue blu (come i limuli), probabilmente saremmo recettivi verso i colori freddi.
Eppure è forte il sospetto che l'influenza del rosso sulle nostre emozioni non sia dovuta all'evoluzione, ma a millenni di cultura. Lo stesso colore può indicare, tra le tante cose: l'espulsione, lo stop, la pornografia, l'amore, il pericolo, il fuoco, il capodanno, il ristorante cinese, il calore e, per finire con un po' di maiuscole, la Passione di Cristo, San Valentino, Babbo Natale, il Comunismo.
Dove sta la verità? Evoluzione o cultura? Entrambe. Dal punto di vista culturale, il rosso è onnipresente: nella storia dell'umanità, un vero e proprio fil rouge. Ecco alcuni esempi:
-Il sangue (e di conseguenza il rosso) nella Preistoria non simboleggiava la morte, ma la vita. Venivano colorate le tombe do ocra rossa e in seguito pitturate anche ossa e teschi dei defunti dello stesso colore per questo motivo.
(...)
-In seguito, il rosso è stato identificato con il colore della nobiltà, dalle toghe dei nobili romani ai mantelli dei re. Infine, moltissime uniformi militari furono contraddistinte da questo colore, Ma qui la biologia si interseca alla storia, perché il rosso fu semplicemente il colore più facilmente estraibile, dapprima dai molluschi che fornirono la porpora fenicia (Murex purpurea), poi dalle radici delle piante come la robbia (Genre Rubia).
-Il rosso è stato il colore della femminilità, perché ricordava il colore del mestruo e dell'utero materno. Per moltissimo tempo i vestiti nunziali delle vergini furono di colore rosso e tuttora lo sono in India; poi, la moda cambiò, soprattutto a causa della regina Vittoria nel XIX secolo, che introdusse nel suo matrimonio con il principe Alberto il colore bianco del vestito e i fiori d'arancio.
(...)
Anche l'evoluzione ha premiato l'onnipresenza del rosso nella nostra storia, già qualche milione di anni fa. Il rosso-magenta è il colore complementare del verde; i nostri antenati che vissero sugli alberi e si nutrirono di frutta furono particolarmente sensibili al rosso, dato che i frutti di questo colore si stagliano egregiamente sul verde del fogliame. La pensano allo stesso modo gli uccelli, che vanno ghiotti di ciliege (tanto che il nome scientifico del ciliegio e Prunus avium, il pruno degli uccelli).
Comunque, il rosso non richiama la nostra attenzione solo perché è il colore di alcuni frutti, ma anche perché, come già detto, è il colore del sangue. Esso non vuol dire solo pericolo, ma anche imbarazzo o rabbia, perché nel primo caso si arrossisce a causa dell'afflusso ematico improvviso al volto, mentre nel secondo caso si vede rosso dalla rabbia perché il sangue pompa nei muscoli del corpo con maggior vigore per prepararsi a un combattimento o alla fuga (…) Evolutivamente parlando, è importante che noi cogliamo il colore rosso in un nostro simile, perché potrebbe volerci dire qualcosa con il corpo: da mi piaci a scappa o ti uccido.” ( Graziano Ciocca, “I tori odiano il rosso. 10 false credenze sugli animali”, edizioni Dedalo, Bari, 2015, pag. 141-143)




Il rosso ci “arriva”, ci cattura. La luce selettivata di lunghezza d'onda lunga (rosso), viene rifratta di meno rispetto a quella di onda corta (blu), per cui occorre maggiore accomodazione per mettere a fuoco un oggetto che appare rosso. L'accomodazione per mettere a fuoco un segnale interessante o pericoloso diviene quindi attiva e pronta.

Il povero Teddy Pierce non avrebbe potuto NON notare la bella e affascinante Charlotte (fisico e movenze a parte…); vestito, scarpe e lingerie rossa hanno costituito il puntcum focale, hanno attratto la preda, hanno sconvolto il sistema nervoso centrale.

L'espressione facciale di Gene Wilder mentre guarda la ragazza...non sarebbe stata forse la stessa.



In memoria di Gene Wilder.




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