venerdì 8 luglio 2016

LABIRINTI IN OSPEDALE

Immagine dal testo: "Il labirinto dei labirinti" di Paolo Santarcangeli


Ho sempre amato la storia dei labirinti e la loro simbologia. Mi affascinano, come del resto ogni archetipo, ogni immagine facente parte della nostra storia di individui.
Nulla hanno a che vedere però, o DOVREBBERO AVERE A CHE VEDERE,  con gli interni di aree destinate alla cura. 

Di nuovo mi sono scontrata con la mancanza di un progetto di wayfinding e con l'assenza totale di un progetto cromatico che avesse almeno un poco di senso.

Da poco putroppo sono stata in un ospedale dove hanno ricoverato una persona a me molto cara. Reparto pediatria. Arrivo all'ingresso/accettazione e comincio a cercare l'indicazione verso il reparto (tra l'altro conosco bene la struttura, per fortuna!). Dopo un momento, abbastanza breve, di indecisione, vedo la scritta (classica freccetta blu). Mi incammino per corridoi vari e poi arrivo ad uno snodo completamente privo di comunicazione, perché stanno effettuando lavori di manutenzione ordinaria mediante una ritinteggiatura. 


Mi guardo attorno: tutto giallo, due sfumature tra pavimento e pareti, ovvero: percezione di uno spazio uniforme, devastante per la vista tra l'altro, ridondante, totalmente privo di informazioni e contrasti. Mi sento vagamente spaesata. 

Proseguo e trovo, svoltato un angolo, delle orme blu sulla pavimentazione che dovrebbero condurre ai reparti infanzia. Per lo meno è un utile messaggio. Salgo una scala e arrivo al reparto, dopo aver sbagliato un' entrata. 

Devo dire che neanche nel reparto la situazione muta; anzi la globale percezione è davvero triste e devastante se si pensa che qui curano bambini e ragazzi.

Ho rifatto per vari motivi il percorso, anche in senso contrario, almeno tre o quattro volte e ho aperto porte errate per altrettante tre volte. 


Luci e colori in grande economia, senza un minimo di coerenza, senza una ricerca, un idea, un progetto percettivo consono ai bisogni dei percettori (di ogni gruppo di percezione, dal degente, all'operatore, al visitatore). Tentativi di rallegrare l'ambiente da parte di chi probabilmente lì ci lavora tutti i giorni e cerca di migliorare la situazione, ma non è loro competenza risolvere problemi di questa portata.

Siamo nel 2016, ma vi è sempre poca considerazione nei confronti di chi ha davvero bisogno e quindi anche nei confronti degli spazi preposti alla cura.

Volete mettere un labirinto in ospedale? Se proprio dovete posizionatelo in giardino...
 

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