lunedì 16 luglio 2012

A GIACOMO


  A GIACOMO Emozioni a colori.

Foto G. Rizzi


Quando un amico se ne va, rimane l'essenza del dolore e della perdita che ti stringono la bocca dello stomaco.

Credo che Giacomo, però, non vorrebbe lo ricordassi con questa sensazione.

Perciò: Ciao Giacomo!

Dove stai viaggiando ora? Tu che hai sempre amato esplorare il mondo, i particolari, i dettagli, anche attraverso l'obiettivo della macchina fotografica, dove ti stai dirigendo?
Ti vedrei bene su una mongolfiera colorata, nel vento, col solito sorriso, la solita dolcezza e un po' di ironia, pronto ad affrontare nuove avventure.
Del resto non c'è mai stato niente di scontato in te, di ovvio, “imparruccato”, previsto, noioso, usuale.

NIENTE GRIGIO per favore...

Anzi direi ci fosse una sana dose di ribellione, di sana inconfondibile follia, nel tuo “uscire dagli schemi”, nel tuo “osare è meglio”, nel tuo dinamismo.


Foto C. Polli. So che ti piaceva...

Chi ti ha conosciuto, sa quanto fosse grande l'entusiasmo, la passione per ogni piccola esperienza, per la scoperta e la ricerca, per la vita in sé. Quanta creatività e fantasia ci fossero in ogni gesto, azione, progetto.
In ogni laboratorio, corso, iniziativa, ho visto nei tuoi occhi vitalità e forza.

Mi hai dato tanto, mi hai insegnato molto, soprattutto col tuo esempio, con la capacità di arrivare agli studenti in modo diretto e umano.
Mi hai lasciato un'eredità meravigliosa (e te l'ho detto milioni di volte) l'amore per il COLORE!
Ho iniziato questo cammino professionale anche perché allora (in un momento di grande confusione) mi hai aperto una porta di luci ed emozioni, oltre la quale ho cominciato a scorgere interessanti gibigiane e chiaroscuri, sfumature e possibilità.

Ci sono linee sottili, che ci uniscono tutti, in un modo o nell'altro, nel bene e nel male. E in questa vita, dove nulla si ferma, rimane quella linea che continuerà ad unirci, per sempre.

Ho in mente quella mattina in Bovisa, in cui io e Mattia siamo andati a prendere qualcosa da mangiare in aula e ti abbiamo portato, insieme al panino, le foglie rosse dell'autunno e tu agli studenti hai detto: “Ecco questa è la diversità che c'è tra un comune panino e un panino che emoziona, perché c'è il colore e l'amicizia”.

Non ho altro da aggiungere.

Solo Grazie.
Lab. Interni. I cubi simbolici.



cristina

Nessun commento:

Posta un commento