giovedì 24 gennaio 2013

COLORE naturale


Oggi si producono i colori con grande facilità. Siamo circondati dal colore, nel colore siamo immersi. Il colore ci permette. Il colore ci vieta. Non c'è segnale di permesso o di divieto, non c'è oggetto, prodotto industriale, tessuto, libro, giornale che non venga intriso di colore, che non sia reso meglio individuabile o più appetibile proprio dal colore. Non solo, sempre più spesso il colore si identifica con l'oggetto stesso al quale è intimamente unito.” (F. Marzotto Caotorta)

Mi è stato regalato un testo di Francesca Marzotto Caotorta, “I segreti dei colori naturali”, nel quale si descrivono le antiche ricette per tingere tessuti come lana, cotone e seta con fiori, foglie, radici e cortecce. Sono rimasta affascinata dall'atmosfera del passato e dal rapporto con il mondo naturale che questo libro conserva tra le sue pagine. 
 
“A volte l'aver imparato a conoscere le piante, a distinguere quelle che danno colori, l'aver scoperto la pratica antica di tingere con le erbe, lascia il tempo che trova. (…) Altre volte le stesse conoscenze elaborate e fatte proprie servono da struttura portante ad un sistema di vita che del metodo naturale ha fatto la sua ragione d'essere, riproponendo gli stessi primari rapporti di causa ed effetto presenti in natura, accettando i tempi lunghi che in natura sono inevitabili.” (Pag. 12) (Francesca Marzotto Caotorta, “I segreti dei colori naturali”, Rizzoli, MI, 1982)

Tempi lunghi inevitabili e pur sempre intriganti, come a voler dimostrare che anche il COLORE, la sua essenza, l'arte di rappresentarlo, di usarlo, di progettarlo non può prescindere da metodologie, tempistiche e ragionamenti che nulla hanno a che vedere con la velocità, la superficialità, il pressapochismo.


Osservare la natura, significa comprendere dinamiche proprie del colore.

“La natura produce e riproduce in innumerevoli modi il colore, lo usa per fini pratici e comunicativi (estetici e decorativi ma anche persuasivi e/o dissuasivi), per scopi vitali e di sopravvivenza (per occultare e per manifestare colui che si colora si tinge, si dipinge con colori non suoi) (…).
I colori fondamentali con cui la natura colora il ciclo della vita nel vegetale sono il verde, che è il colore della vita; il rosso, che è il colore della maturazione; il giallo, quello del distacco e il nero (marrone), quello della corruzione, del passaggio dalla vita alla morte. A questo sistema quaternario si devono aggiungere il colore-incolore della luce del sole, il bianco e quello dell'aria, dell'atmosfera, il blu. (…)
Il verde (…) è il colore dominante del paesaggio, il colore dell'estensione orizzontale per eccellenza e corrisponde al colore dei prati e della vegetazione che ricopre per gran parte il suolo del nostro ambiente di vita. Il giallo è un colore centrifugo, che si irradia e si espande nello spazio. Lo troviamo in natura come il colore del sole e in gran parte delle sorgenti luminose, là dove la luce si irradia in ogni direzione spaziale. Il rosso è il colore dell'azione, della forza, del moto, della vitalità; esso esalta ed eccita, carica di tensioni e di energie fisiche. Lo troviamo in natura nel sangue, la cui comparsa è connessa al significato della nascita e della morte, nella danza del fuoco, nei processi di trasformazione della materia sottoposta all'azione dell'energia termica. Il nero (…) denota assenza di luce, il punto oltre il blu del cielo e le profondità del mare. I colori dell'abisso e dell'infinito sono il nero, perché esso è un colore non più fenomenico, ma concettuale e assoluto.” (Giuseppe Di Napoli, “Il colore dipinto”, Biblioteca Einaudi, To, 2006, pag. 86-87)


Negli organismi viventi i coloranti sono composti organici: molecole che contengono ciascuna anche parecchie dozzine di atomi, con un telaio di atomi di carbonio concatenati. Fino al XIX secolo, quasi tutte le tinture erano prodotti naturali, cioè sostanze organiche derivanti da animali o da piante; oltre ad essere utilizzate per tingere tessuti, coloravano inchiostri e – fissate a particelle di polvere inorganica incolore – costituivano gli agenti coloranti delle cosiddette lacche.
La porpora di Tiro, maestoso colore della Roma antica, era ricavata da molluschi. L'indaco era estratto da un'erba; il rosso robbia proveniva da una radice; la cocciniglia da un insetto. (…) La natura deve il proprio verdeggiare al più abbondante dei pigmenti naturali: la clorofilla, che assorbe il rosso e l'azzurro dei raggi solari, e incanala energia nei processi biochimici della cellula. (…) I gialli, gli arancio e i rossi di molti fiori, come pure di mais, carote e pomodori, sono dovuti a molecole dette carotenoidi; pigmenti vegetali detti flavonoidi danno luogo ai blu, ai porpora, ai rossi.” ( Philip Ball, “Colore. Una biografia.”, BUR, MI, 2001, pag. 40-41)


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