martedì 6 settembre 2011

CURIOSITA'

Qualche notizia...

L'essere umano percepisce la parte dello spettro elettromagnetico compresa tra i 380 e i 760 nanometri circa.
Per il restante “spazio” siamo creature cieche.
Ciò è dovuto al fatto che i primi occhi si sono evoluti in animali (nostri antenati) che vivevano in acque melmose. Le radiazioni dell'intervallo che noi percepiamo sono le sole capaci di penetrare nell'acqua. L'evoluzione dei meccanismi biochimici si fonda su tale visione di base.
Sono trascorsi 5 miliardi di anni abbiamo subito un'evoluzione che ci ha portato a vivere stabilmente sulla terra ferma, ma i nostri occhi rimangono sensibili a quella porzione di spettro.












Durante il giorno percepiamo la realtà esterna attraverso una serie di cellule presenti nell'occhio e nel cervello. I CONI, cellule fotosensibili nella retina, trasformano la luce in segnale elettrico. Il cervello lo rielabora e interpreta come visione. (Visione fotopica)
Nella retina sono presenti 3 tipi di CONI che rispondono in modo diverso alle lunghezze d'onda della luce e inviano alle cellule tre segnali distinti, durante il percorso visivo. L'occhio e il cervello, analizzando questi tre segnali, attribuiscono diverse sensazioni alle lunghezze d'onda. Tali sensazioni vengono comunemente chiamate COLORI.
Nella notte i coni non vengono stimolati (luce presente insufficiente). Si attivano quindi altre cellule fotosensibili presenti nella retina, i BASTONCELLI, aventi sensibilità alla luce molto superiore ai coni. (Visione scotopica).
Di giorno sappiamo distinguere i colori. Di notte solo i livelli di luminosità, dal chiaro allo scuro.










CURIOSITA' in Bianco e Nero
Prime grotte con segni grafici NERI a Lascaux 15.000 a. C.  (Il Grande Toro)
La prima volta che il colore appare come caratterizzazione  e distinzione sociale attraverso l'abito, è nel XII secolo, con l'uso del NERO cluniacense (Cluny) dell'umiltà e rinuncia, contro il BIANCO cistercense (Citeaux) dell'innocenza e virtù. I monaci si identificano col colore del prorpio abito.
Tutti i vecchi sistemi di colore si trasformano con l'avvento dei primi stemmi, verso la metà del XII secolo. (Araldica).
Nel XVII secolo l'arcobaleno attira l'attenzione dei più grandi scienziati (Galileo, Keplero, Cartesio, Huyghens) e anche di teologi.
Isaac Newton (1642-1727) scopre lo spettro nel 1665/66, ma le sue teorie vengono rese pubbliche solo nel 1704 con la Summa sull'Ottica.
Attraverso gli studi fisici sulla luce Newton elimina Nero e Bianco dallo spettro. Da quel momento Nero e Bianco vennero considerati NON colori.

Ormai tale distinzione non esiste più e Bianco e Nero vengono considerati COLORI a tutti gli effetti.


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