J.Itten |
Nodi
e aree corticali (S. Zeki)
Nel
cervello vi sono molte aree visive, che ricevono direttamente o
indirettamente un input da quella che viene definita area V1
o corteccia visiva primaria. In un sistema costruito da interazioni
tra possibili insiemi e sottoinsiemi, la V1 è connessa con altre
aree, tra cui la V4, area preposta
alla visione cosciente del colore, che
viene considerata un esempio di nodo
primario. (Con
il termine nodo si
intende un
gruppo di cellule dotate di caratteristiche peculiari, costituenti
uno specifico stadio del percorso visivo, o un sub-compartimento
specializzato all'interno del percorso, che fornisce informazioni ad
altre aree.)
Nel
nodo primario l'attività diventa percettivamente esplicita senza
bisogno avvengano altre rielaborazioni. L'attività della V4 porta
per esempio alla percezione cosciente del colore, senza dover
utilizzare altre elaborazioni.
Quando
la V4 risulta assente (per es. nel caso di pazienti acromatopici),
secondo recenti studi, per la visione dei colori diventano nodi
primari la V1 e la V2 che però non garantiscono una visione stabile
del colore.
In un
esperimento psicologico condotto da Moutoussis & Zeki (2002),
basato sulle tecniche di imaging del cervello, sono state utilizzate
immagini di case, volti e figure di controllo colorate in modo
uniforme, presentate secondo l'uso di stimolazioni visive opposte
(stimoli presentati al soggetto alternativamente ai due occhi).
"L'uso di stimolazioni visive
opposte ci consente di adattare l'input sensoriale al cervello, in
modo che lo stimolo, sebbene identico, a volte venga visto e a volte
no. Quando uno stesso stimolo, come una casa o una faccia, è
presentato singolarmente a ciascun occhio, ovvero alternativamente
all'uno e all'altro ogni 100 ms (millisecondi), le due immagini si
fondono in un'immagine sola e il soggetto è in grado di registrare
consciamente e correttamente il tipo di stimolo. Tuttavia, se lo
stesso stimolo è presentato a ciascun occhio, secondo lo stesso
metodo, ma con colori opposti,
i due colori si cancellano a vicenda nella fusione, lo stimolo non è
più percepito e non può essere riconosciuto dal soggetto, anche se
l'input visivo ha la stessa condizione di quando lo stimolo era
percepito correttamente." (S.
Zeki, Con
gli occhi del cervello,
Di Renzo Ed., Roma, 2011, pag. 35)
Tale
sperimentazione dimostrerebbe che nei nodi primari risulterebbero
sovrapporsi elaborazioni dell'informazione e percezione.
Inoltre,
indipendentemente dal fatto che lo stimolo sia o meno percepito,
vengono attivate le stesse aree specifiche.
“Così, per essere più chiari,
quando lo stimolo è quello di una faccia, si attiverà l'area
corticale specializzata nella percezione dei volti, indipendentemente
dal fatto che lo stimolo sia percepito o annullato. Un analogo
risultato si ottiene mostrando immagini di case dipinte, che vanno ad
attivare un'altra parte specializzata del cervello. (…)
Riassumendo, possiamo dire che ci sono molteplici aree visive diverse
nel cervello, ognuna delle quali riceve stadi diversi dell'input
visivo. Ogni stadio costituisce un nodo. Tali nodi diventano primari
se la loro attività non richiede ulteriori elaborazioni e sono
correlati con la percezione cosciente di quel contenuto. Un nodo
primario, quindi, è un sito di elaborazione, così come è un sito
di percezione cosciente. Ne consegue una conclusione importante:
l'attività di un dato nodo primario non dipende necessariamente
dall'input di un'area superiore...” (S.
Zeki, op. cit., pag. 35 -36)
Pareidolia
Un
aspetto interessante nella percezione visiva è il processo psichico
definito pareidolia (dal
greco para simile,
eidolon immagine).
La
pareidolia è quel processo psichico che porta a ricondurre forme
casuali a forme note.
Secondo
K. Jaspers: "Senza emozioni, né giudizio di realtà, ma anche
senza che, al richiamo dell'attenzione, le immagini illusorie debbano
scomparire, la fantasia produttiva crea
da impressioni sensoriali incomplete, da nuvole, dalle pareti di un
vecchio muro e cose simili, formazioni illusorie assolutamente nitide
e con il carattere della corporeità." (Citazione
tratta da: U. Galimberti, Dizionario
di Psicologia,
Vol. 2, Gruppo Ed. L'Espresso, Roma, 2006, pag. 285)
Questo
processo, inconsapevole e automatico, è anche collegato alla nostra
percezione istintuale. Lo possiamo riscontrare quando riconosciamo
volti, disegni, espressioni, forme di animali o umani nelle tracce
delle nuvole, o sulle facciate delle case, o negli oggetti di uso
quotidiano.
Per
Jaspers è un'Illusione, ovvero una percezione che deriva da
trasformazioni di percezioni reali, per cui gli stimoli sensoriali
indefiniti vengono rielaborati in maniera fantastica e resi nitidi
da elementi intrapsichici riprodotti. (U.
Galimberti, op. Cit.)
Un'applicazione
della pareidolia si ha nel test di Rorschach, dove si richiede
un'interpretazione libera di macchie di colore.
Nessun commento:
Posta un commento