Nel 1984 Gene Wilder diresse e
interpretò, curandone la sceneggiatura, il remake del film francese
Certi Piccolissimi Peccati (Y. Robert 1976).
La commedia venne intitolata La
signora in rosso.
Il protagonista (Gene Wilder),
pubblicitario di nome Teddy Pierce, s'innamora di una modella,
Chorlotte (Kelly Le Brock), nel momento in cui la vede ballare sopra
uno scarico dell'areazione (citazione da Quando la moglie è in
vacanza con M. Monroe).
Del film ci rimangono impressi nella
memoria soprattutto la colonna sonora (curata da John Morris e Stevie
Wonder), la grande ironia di Gene Wilder e il colore rosso.
Che senso avrebbe avuto una Signora in
blu? O in verde? Dove sarebbe finita la seduzione? L'attenzione? La
forza dell'immagine?
Il
colore ROSSO in questo caso, così come in altri esempi
cinematografici famosi e più volte citati (uno per tutti Schindler’s
List
del 1993,
dove
la ragazzina dal
cappotto rosso diviene
simbolo dell'intero film,
anche perché quasi unico
elemento a colori in scene bianco/nere), ripropone il concetto di
salienza, aspetto
della percezione visiva in grado di attirare l'attenzione su un dato
elemento presente nella scena osservata.
Non
solo; il rosso diventa nel film attrazione,
sensualità, erotismo, desiderio, amore.
“Il rosso è l'espressione della
forza vitale, dell'attività nervosa e ghiandolare e così significa
desiderio e tutte le forme di appetiti e di desiderio. (…) è il
desiderio famelico di tutte quelle cose che offrono una intensità di
vita ed una pienezza di esperienze. Il rosso è impulso, volontà di
vincere e tutte le forme di vitalità e di potere, dalla potenza
sessuale alla trasformazione rivoluzionaria.” ( Max Lùscher, “Il
test dei colori”, Casa Editrice Astrolabio, Roma, 1976, pag. 56-57)
L'associazione tra rosso e amore già
esisteva nella Grecia pre-ellenistica, dove il rosso venne associato
al dio Eros.
“Il rosso, tuttavia, è il colore
del cuore non soltanto dal punto di vista fisico, ma anche da quello
simbolico. Il cuore, in effetti, è frequentemente associato al fuoco
e all'energia spirituale (per esempio nell'antica Cina), è ritenuto
sede dell'energia che anima e vivifica il corpo (…)
Nell'iconografia occidentale, soprattutto a partire dall'epoca
barocca, le immagini dette del sacro cuore sono
associate al Cristo e raffigurano un cuore sormontato dal fuoco,
sintesi figurativa di
spirito, vita (…), energia
e amore.
Nella nostra cultura il cuore è fra i
più diffusi simboli dell'amore sia sacro che profano, sia
sentimentale che sessuale.” (Caludio Widmann, “Il simbolismo dei
colori”, Ed. Scientifiche Magi, Roma, 1999, pagg.103-104)
Bocca di F. Audrito |
“Eros è nel segno del rosso:
trascina alla passione, al desiderio bruciante, al delirio
afrodisiaco, rosse sono in tutto il mondo le luci che indicano i
luoghi in cui si consuma il sesso mercenario; rossa è
l'illuminazione erotizzante del tango; rosse sono le scarpe fetish
delle trasgressioni sessuali.
Il design si è appropriato con ironia
di questo significato con la produzione del divano rosso Bocca di
Franco Audrito dello Studio65, che lo progettò ispirandosi al
ritratto di Mae West di Salvador Dalì, raffigurata con la bocca come
un divanetto: una sedia glamour, sottilmente erotica ed ironica,
attualizzata nella forma delle labbra di Marilyn Monroe.” (Lia
Luzzatto, Renata Pompas, “Colore&Colore”, Il Castello, MI,
2009, pag. 86)
La scelta di vestire totalmente in
rosso la signora del film, deriva quindi da un insieme di motivi:
culturali, evolutivi, biologici, psicofisiologici.
“Il rosso è stato assunto come
simbolo di tutte quelle circostanze nelle quali ci sentiamo
emozionati. L'attività di caccia e di guerra non predisponeva certo
i nostri antenati a un atteggiamento rilassato e lo stesso valeva per
l'attività di corteggiamento che avrebbe garantito la continuazione
della specie e nuove braccia per il lavoro e la guerra. Il sangue
della caccia, della guerra, della sessualità iniziatica connotava
inoltre quei momenti di tensione e di eccitazione; momenti
caratterizzati da una notevole quantità di adrenalina in circolo che
le ghiandole surrenali secernevano per rendere i nostri progenitori
più preparati ad affrontate le situazioni critiche. Un'auto rossa ci
emoziona, è una sfida, è pericolosa, non facile da gestire, le sue
potenzialità potrebbero sfuggirci di mano, potrebbero ucciderci;
tutto ciò che ci appare rosso è un distrattore perché in natura
non esiste nulla di color rosso vivo che possa vantare più di un
metro quadrato di superficie.
Ecco quindi l'emozione legata alla
pura, all'aggressività, alla sensualità...” (Giulio Bertagna,
Aldo Bottoli, “Perception Design”, Maggioli Editore, San Marino,
2009, pag. 195)
"Dal punto di vista evolutivo il
rosso è il colore del sangue e perciò siamo molto recettivi verso
di esso; se avessimo avuto il sangue blu (come i limuli),
probabilmente saremmo recettivi verso i colori freddi.
Eppure è forte il sospetto che
l'influenza del rosso sulle nostre emozioni non sia dovuta
all'evoluzione, ma a millenni di cultura. Lo stesso colore può
indicare, tra le tante cose: l'espulsione, lo stop, la pornografia,
l'amore, il pericolo, il fuoco, il capodanno, il ristorante cinese,
il calore e, per finire con un po' di maiuscole, la Passione di
Cristo, San Valentino, Babbo Natale, il Comunismo.
Dove sta la verità? Evoluzione o
cultura? Entrambe. Dal punto di vista culturale, il rosso è
onnipresente: nella storia dell'umanità, un vero e proprio fil
rouge. Ecco alcuni esempi:
-Il sangue (e di conseguenza il rosso)
nella Preistoria non simboleggiava la morte, ma la vita. Venivano
colorate le tombe do ocra rossa e in seguito pitturate anche ossa e
teschi dei defunti dello stesso colore per questo motivo.
(...)
-In
seguito, il rosso è stato identificato con il colore della nobiltà,
dalle toghe dei nobili romani ai mantelli dei re. Infine, moltissime
uniformi militari furono contraddistinte da questo colore, Ma qui la
biologia
si interseca alla storia, perché
il rosso fu semplicemente il colore più facilmente estraibile,
dapprima dai molluschi che fornirono la porpora fenicia (Murex
purpurea), poi dalle radici
delle piante come la robbia (Genre Rubia).
-Il
rosso è stato il colore della femminilità, perché
ricordava il colore del mestruo e dell'utero
materno. Per moltissimo tempo i vestiti nunziali delle vergini furono
di colore rosso e tuttora lo sono in India; poi, la moda cambiò,
soprattutto a causa della regina Vittoria nel XIX secolo, che
introdusse nel suo matrimonio con il principe Alberto il colore
bianco del vestito e i fiori d'arancio.
(...)
Anche
l'evoluzione ha premiato l'onnipresenza del rosso nella nostra
storia, già qualche milione di anni fa. Il
rosso-magenta è il colore complementare del verde;
i nostri antenati che vissero sugli alberi e si nutrirono di frutta
furono particolarmente sensibili al rosso, dato che i frutti di
questo colore si stagliano egregiamente sul verde del fogliame. La
pensano allo stesso modo gli uccelli, che vanno ghiotti di ciliege
(tanto che il nome scientifico del ciliegio e Prunus avium,
il pruno degli uccelli).
Comunque,
il rosso non richiama la nostra attenzione solo perché è
il colore di alcuni frutti, ma anche perché, come già detto, è il
colore del sangue. Esso non vuol dire solo pericolo, ma anche
imbarazzo o rabbia, perché nel primo caso si arrossisce a
causa dell'afflusso ematico improvviso al volto, mentre nel secondo
caso si vede rosso dalla rabbia perché
il sangue pompa nei muscoli del corpo con maggior vigore per
prepararsi a un combattimento o alla fuga (…) Evolutivamente
parlando, è importante che noi cogliamo il colore rosso in un nostro
simile, perché potrebbe volerci dire qualcosa con il corpo: da mi
piaci a scappa o ti
uccido.” (
Graziano Ciocca, “I tori odiano il rosso. 10 false credenze sugli
animali”, edizioni Dedalo, Bari, 2015, pag. 141-143)
Il
rosso ci “arriva”, ci cattura. La
luce selettivata di lunghezza d'onda lunga (rosso), viene rifratta di
meno rispetto a quella di onda corta (blu), per
cui occorre
maggiore accomodazione per mettere a fuoco un oggetto che appare
rosso. L'accomodazione
per mettere a fuoco un segnale interessante o pericoloso diviene
quindi attiva e pronta.
Il
povero Teddy Pierce non avrebbe potuto NON notare la bella e
affascinante Charlotte (fisico e movenze a parte…); vestito, scarpe
e lingerie rossa
hanno costituito il puntcum focale, hanno attratto la preda, hanno
sconvolto il sistema nervoso centrale.
L'espressione
facciale di Gene Wilder mentre guarda la ragazza...non sarebbe stata
forse la stessa.
In
memoria di Gene Wilder.
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