giovedì 2 febbraio 2012

RIFLESSIONI A COLORI

Chiaro-scuri. Ombre. Vedere e non vedere. Volumi che percepiamo perchè solo attraverso la luce e l'ombra possiamo percepire. La vita è costruita sulle sfumature, ma anche sull'essenza pura della dualità (giorno e notte, nero e bianco). E' apparire, celare, svelare. Attraverso l'intangibile forza che emana il riflesso, inesistente eppure vivo, scopriamo scenari, immagini, mondi e in essi ci perdiamo. Ci chiediamo allora: "E' reale? questa forma proiettata sulla strada, è reale?". Si, lo sappiamo, l'esperienza insegna (direbbe forse Winnicott?), ma che importa? Inseguiamo sogni, ne abbiamo bisogno.



Materie che si sgretolano, che invecchiamo, che mutano, che si modificano. Il passaggio del tempo, che per noi occidentali diviene una sorta di paura e che dobbiamo a tutti i costi frenare, sconfiggere, in realtà sottolinea con lentezza filosofica un messaggio positivo: appropriarsi del proprio tempo è fondamentale, così come viverlo al pieno, poichè poi tutto finisce. C'è una bellezza raffinata nella materia che invecchia, un gusto diverso, un sapore unico. Un equilibrio blu/giallo che invita alla calma, alla serenità.



Mi osservo riflettere e rifletto. Sono il rosso del vetro che rimanda la mia immagine? Sono energia, passione, forza, decisione, lotta,? Sono amore, vita? O potenza, crudeltà, azione e cupidigia?  Immersa nel rosso mi lascio coinvolgere e sento quasi caldo, anche se poi mi guardo e non mi vedo; mi osservo e non ci sono, lì in quel momento, che so essere mio, eppure non mi appartiene, perchè è in un altrove che non conosco ancora.











Come può una materia così antica, che ci rassicura come una madre buona, ci dà calore rievocando il senso della casa, dell'abitare, del focolare, diventare fluida e sinuosa? Il marrone, solido, materico, fatto di terra, di cibo, restituzione del corpo, si astrae e si fa evanescente, acquoso. Un danzatore dalle sfumature aranciate. Un pesce che guizza; un cavalluccio marino che scende, in picchiata, verso l'infinito.  













Sfondi e figure. Margini che ci danno la possibilità di intuire forme. Disegni che si nascondono, fino a quando poi la mente non li coglie. Contrasti che riaccendono dimensioni. Nel gioco del percepire chi o cosa, un grigio sabbioso si fa interessante e si priva della solita connotazione di colore monotono e triste.
Materia e colore, colore e luce, collaborano nella creazione di un quadro che potremmo intitolare banalmente "profili". Nulla c'è però di banale in questa spiaggia ricca di dettagli e meraviglie tutte da scoprire. Basta osservare, ascoltare, avere pazienza.





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