domenica 5 maggio 2024

LATTINE ROSSE E CELLULE OPPONENTI

Ecco l'ennesima foto con parvenza di ambiguità, condivisa sui social media. Vorrei, con assoluta umiltà, dare un mio parere, visto che si parla di colore.

Inizio con l'analisi dello stato dell'arte: trattasi di immagine elaborata artificialmente, dove compare una lattina bianco/grigia, dai toni neutri, acromatici, su uno sfondo verde azzurrato. La sensazione registrata è però quella di guardare una lattina rossa.

Magia? Sarebbe bello, in fondo l'apparenza di ciò che vediamo ha in sè un sapore di sogno magico; però le cose stanno diversamente.

Per cominciare a capire, dobbiamo partire dalla scoperta effettuata da Margaret Livingstone e da David Hubel, che negli anni Ottanta individuarono le cellule double-opponent (a doppia opponenza), chiamandole così a causa dell'opponenza rosso-verde o giallo-blu esistente nel loro centro e della risposta della periferia antagonista a quella del centro, fosse essa on oppure off. Una prima scoperta di cellule a doppia opponenza venne effettuata da Nigel Daws, nel 1968, nella retina del pesce rosso, ma come direbbe lo stesso Hubel: "Il fatto che tali cellule esistano nella retina dei pesci non significa che debbano esistere anche in quella dei mammiferi." [D. Hubel, "Occhio, Cervello e Visione", Zanichelli Ed., BO, 1993, pag.198] E in effetti le cellule a opponenza doppia si trovano soprattutto nella zona blob dell'area V1 della corteccia. La via blob è deputata al riconoscimento dei colori.

Se vogliamo essere precisi, già Ewald Hering (1834-1918) interpretò i risultati delle miscele cromatiche proponendo l'esistenza a livello dell'occhio, del cervello o di entrambi, di tre processi di opponenza: uno per la sensazione rosso-verde, uno per quella giallo-blu e una terza per quella bianco-nero.

Lasciando perdere le vicende storiche, le cellule di cui stiamo parlando sono di tre tipi: rosso-verde, giallo-blu e bianco-nero. Il centro e la periferia del loro campo recettivo vengono attivati da classi diverse di coni. "L'opposizione sta nel fatto che la risposta a una lunghezza d'onda, che incida sul centro del campo recettivo, è cancellata da un'altra lunghezza d'onda, che incida sulla periferia del campo recettivo. Le coppie di colore che si elidono reciprocamente sono: il verde con il rosso e il giallo con il blu." [M. Gussoni, G. Monticelli, A. Vezzoli, "Dallo stimolo alla sensazione", Ambrosiana, MI, 2006, pag.176]. 

Noi non possiamo percepire quindi un verde rossastro o un blu giallastro e viceversa.

Inoltre per assegnare un colore alla scena visiva non utilizziamo solo l'informazione relativa alla lunghezza d'onda, ma diciamo che un oggetto ha un determinato colore in funzione della luce riflessa dall'intera scena.

Cosa ci dice dunque l'immagine della lattina? Innanzitutto che l'apparato scenico è una finzione ed è costruito apposta per creare una sorta di illusione. Lo sfondo, per esempio, è volutamente verde azzurato, ovvero è l'opponente fisiologico del rosso. La lattina è neutra, priva di segnali cromatici. L'aggancio che possiamo effettuare è proprio quello del complementare allo sfondo - unica area colorata che stiamo osservando - perciò "coloriamo" di rosso l'oggetto. (Stimolo esterno, segnale dato dai coni che l'area è verde azzurra, trasmissione del messaggio alle cellule opponenti, reazione per cui il resto dev'essere rosso.) 

Mi scuso per la semplicistica e ridotta spiegazione e rimando per ovvie ragioni alla lettura di testi scientifici specifici, ma spero di aver dato adito a riflessioni meno superficiali.

Avrei comunque una considerazione di tipo diverso da fare. Cosa ci si aspetta di vedere, se la lattina è evidentemente riconoscibile dato il brand noto?

Il colore iconico della Coca Cola è rosso. Se dovessi chiedere "Qualè il colore della lattina di Coca Cola", nessuno o quasi indicherebbe i più recenti fondi cromatici utilizzati. Quel dato rosso è nella nostra memoria ed è a quello a cui facciamo riferimento, categorizzando tutte le lattine di Coca Cola. Un pò quindi mi viene da pensare che la percezione dell'immagine passi anche attraverso gli aspetti culturali e sociali, di cui facciamo parte e veniamo influenzati.

Per riferimenti: vedi testi citati e A.Bottoli, G.Bertagna, "Perception Design", Maggioli Ed., 2009






giovedì 22 febbraio 2024

LABORATORIO PASTICCERIA

2021 - Progetto per laboratorio di pasticceria a Novara - VCO FORMAZIONE - Quali i colori del cibo? Quali della pasticceria e panificazione? Ma soprattutto: come rendere fruibile e piacevole un laboratorio tecnologico, dove si impara un mestiere così importante?
Ho lavorato sulla percezione del soffitto e dello spazio non utilizzato dagli arredi, cercando di valorizzare le dimensioni esistenti - Ho inserito dei colori di bassa frequenza, che rimandano ai colori del cibo, unendoli a un colore di alta frequenza che sottolinea l'arco di divisione tra due parti del laboratorio.
Un nastro sul soffitto unisce le due parti, come elemento di continuità.

giovedì 27 luglio 2023

PROGETTO CROMATICO PER UFFICI – S.E.FOR.S. VCO

 

Spazi da colorare - Il colore come forma di intervento sociale

 


IL CORSO

Anche quest’anno, grazie al direttore Marco Porini, ho avuto la possibilità di collaborare con S.E.FOR.S VCO, mettendo a disposizione la mia esperienza di color designer all’interno di un corso finanziato sul bando PNRR GOL della Regione Piemonte dedicato ai disoccupati.

Il corso è stato frequentato da otto ragazzi: tre italiani, tre stranieri risedenti nei CAS e due stranieri. Dei cinque ragazzi stranieri provenienti principalmente da Pakistan, Bangladesh e India, quattro avevano difficoltà nella comunicazione in italiano per cui è stato affiancato al docente principale un docente di italiano per stranieri, per permettere loro di acquisire conoscenza della lingua. Devo sottolineare la grande professionalità e gentilezza dei due docenti C. Agosta e C. Scatamacchia, qualità che in un team di lavoro sono per me fondamentali.

 

Il corso è durato 96 ore, i contenuti principali del corso sono stati:

  • Sicurezza nel cantiere edile come previsto dal DLGS 81/08

  • Tinteggiatura

  • Cenni di realizzazioni di pareti in cartongesso

  • Cenni di realizzazione di cappotto termico e rasatura

Tutti i corsisti hanno portato a termine il percorso. Su otto partecipanti in sei hanno ricevuto almeno un’offerta di lavoro durante il corso. In due hanno sottoscritto un contratto a tempo determinato in edilizia e in due sono in attesa di attivare un tirocinio.

 

LA MIA PARTECIPAZIONE

Per la parte relativa alla tinteggiatura è stato deciso di intervenire su pareti e soffitti dei nuovi uffici, in fase di ristrutturazione. A questo punto sono subentrata io con l’ideazione di un progetto cromatico percettivo.

Ho tenuto inizialmente un breve seminario ai corsisti, per introdurre il tema COLORE e far capire quanto sia importante inserire un progetto cromatico in uno spazio pubblico. Alla fine del seminario ho esposto l’idea progettuale che loro avrebbero poi dovuto realizzare. I ragazzi hanno seguito con interesse, malgrado le difficoltà della lingua. 

 


Immagini del seminario


Successivamente insieme al docente C. Agosta, applicatore, siamo andati in cantiere a abbiamo cominciato a ragionare sul luogo e sugli obiettivi principali del progetto, dando soprattutto importanza all’aspetto allogativo.

I ragazzi con la supervisione del docente incaricato, hanno poi effettuato il lavoro.

 

IL PROGETTO

Lo spazio degli uffici da ristrutturare, è inserito all’interno del Tecno Parco di Verbania, progettato dall’arch. Aldo Rossi nel 1997. L’identità del luogo è un fattore importante di cui tener conto e, nel caso specifico, A. Rossi ha lasciato un segno cromatico evidente nei serramenti gialli, che caratterizzano con evidente salienza tutto l’edificio. Facendo una ricerca ho trovato il riferimento al giallo utilizzato da A. Rossi, che è risultato essere un RAL 1028 (detto giallo melone). Ho comunque mappato con Colorpin 2 i serramenti esistenti trovando la corrispondenza con il Sistema NCS nella notazione NCS S 1080-Y20R.

Per la palette cromatica finale ho quindi scelto colori in equilibrio con i serramenti gialli. Anche il pavimento nuovo, mappato, è risultato contenere del giallo. Nei servizi verranno utilizzati rivestimenti e sanitari bianchi.

https://issuu.com/alessandroatzori7/docs/casabella

 


La fase metaprogettuale si è basata sull’analisi della fruizione degli spazi e sui bisogni psicofisiologici dei precettori. Vi sono principalmente due gruppi di percezione che utilizzeranno questi spazi: uno stanziale formato da operatori e uno temporaneo/transitorio, dato dalle persone che verranno negli uffici per colloqui.

Le aree di lavoro sono due: una sala accoglienza, con sedute di attesa e strumentazione per comunicazioni e un ufficio per i colloqui, con scrivania dell’operatore, sedute e armadiature.

Gli spazi sono contenuti, di piccole dimensioni, percepiti come cubici. Oltre alle sale descritte, vi sono i servizi. 

 


 


Per il concept di progetto ho scelto di partire dai colori naturali, presenti nel contesto esterno dove sono evidenti le montagne e il verde della vegetazione. Una palette più biologica, naturale, con colori desaturati, è adatta in ambienti che devono essere accoglienti e rassicuranti. I bisogni ai quali rispondere, in effetti, sono proprio collegati al sentirsi rassicurati entrando per la prima volta in un luogo dove dover affrontare un colloquio conoscitivo, sentirsi accolti nella sala d’attesa, poter lavorare con serenità nel proprio ufficio. La natura, coi sui gradienti diversi, le sue sfumature, le sue scenografie, aiuta a farci sentire rilassati; anche uno spazio – se ben progettato – può suggerire cura e serietà, può dare l’impressione immediata della professionalità di chi vi opera o può divenire, al contrario, respingente.

La palette è stata costruita con un piano di tinta blu verde (due nuances), un piano di tinta verde giallo (due nuances), un giallo e un bluastro. I colori sono stati estrapolati dal Sistema NCS ed è stato spiegato ai corsisti quanto sia significativo, basilare, usare un linguaggio universale per indicare i vari colori e che non si dovrebbero utilizzare catalogazioni non adatte alla tinteggiatura (i codici RAL per esempio, in genere validi per i ferri, non lo sono per le pitture).


Ho preferito utilizzare un fondo unico per pareti e soffitto, viste le dimensioni dei locali, operando poi con campiture cromatiche aggiunte, in modalità figura/sfondo, utilizzate a retro di arredi, per mettere in coerenza percettiva fruizioni e fondali
e dare dinamismo alla struttura che avrebbe potuto essere letta come una scatola, priva di informazioni. Per evidenziare i passaggi ho inserito dei portali gialli (riprendendo il concetto dei serramenti esistenti). Ho valutato inoltre i vari punti di vista: entrando cosa vedo? Da una stanza all’altra cosa noto? I due ambienti principali sono destinati a attività differenti, per cui il colore varia, come a voler sottolineare nell’entrare e uscire da un luogo all’altro, la mutazione della situazione in cui ci si trova, mantenendo però l’aspetto rassicurante e accogliente.


IL COLORE SOCIALE

Il colore non è solo uno strumento progettuale, un esplicito sistema di comunicazione, un veicolo di informazioni e/o funzioni. Può diventare a tutti gli effetti, una forma di intervento con significati culturali, educativi; una sorta di facilitatore di processi di trasformazione sociale. Lo scopo primario del corso è stato quello di dare una professionalità a persone disoccupate, per inserirle nel mondo del lavoro e certo la parte applicativa era basilare. Credo però che fornire delle indicazioni sul metodo e sulle fasi che costituiscono un progetto cromatico percettivo, sia rilevante. I corsisti hanno potuto relazionarsi con una figura professionale, in cantiere, approcciandosi al mondo del lavoro anche da questo punto di vista. Hanno inoltre potuto seguire dall’inizio alla fine il progetto, constatando che il colore non è un elemento puramente decorativo da inserire all’ultimo momento, ma un complesso sistema utile a rendere leggibile e confortevole l’ambiente abitato. Lavorare in gruppo con il colore, avendo come obiettivo un comune progetto da realizzare, confrontandosi con le varie tematiche connesse – interazione tra colore e materia, tra colore e luce, giustapposizione di colori diversi, strumenti da utilizzare etc. - aiuta inoltre a creare ponti, integrazioni, osservazioni e a sviluppare riflessioni, valutando il proprio lavoro in maniera interdisciplinare.






Ringrazio l’arch. M. Porini, Deborah e Virginia sempre presenti e gentili, C. Agosta ormai 
più amico che collega e C. Scatamacchia che mi ha incantato con la sua cortesia.  
Ovviamente tutti i ragazzi del corso, che hanno fatto un ottimo lavoro!

 

S.E.FOR.S.VCO

Sistema Edile Formazione e Sicurezza

del Verbano Cusio Ossola

Via dell'Informatica, 26

28924 Verbania Fondotoce (VB)

www.seforsvco.it

 

 

sabato 10 giugno 2023

Dalle suggestioni letterarie alla palette colore


 

Mi sento particolarmente bene quando – durante un corso colore – si sviluppano interazioni 
e comunicazioni così positive tra le persone, che portano il gruppo a lavorare con spontaneità,
cura, disponibilità, assenza di giudizi e grande rispetto. 
Questa nuova esperienza è stata davvero ricca di emozioni e riflessioni e non posso fare altro
che ringraziare tutti i partecipanti, che hanno arricchito - con le loro storie, 
la loro soggettività - il lavoro della giornata. Un grande abbraccio con affetto.
 
 
 
Per le esercitazioni ho deciso di far utilizzare solo carte colorate, da tagliare, organizzare,
giustapporre. Dopo aver deciso le varie palette, ognuno ha poi incollato i campioni
su fogli e/o quaderni. 
 

 

Per fare confronti sui parametri del colore, tinta, chiarezza e cromaticità, 
abbiamo utilizzato il Sistema NCS. 
 
Abbiamo iniziato facendo delle considerazioni sul colore, come elemento illusorio e soggetto
alle influenze del contesto. Su cartoncini con diverse tinte e luminosità usati come fondi, 
sono stati di volta in volta, collocati dei campioni NCS uguali tra loro, per verificare la 
percezione diversa, l’effetto del contrasto simultaneo e di figura/sfondo. 
Si è valutata l’illuminazione e l’uso di materie diverse che determinano una differente lettura
del colore. Su queste basi abbiamo sperimentato e riflettuto sulla percezione del colore in
contesti variabili. 
 

Esempi   


Siamo quindi entrati nel vivo del corso, cioè nella lettura di suggestioni tratte dal testo di 
Laura Imai Messina, “Le vite nascoste dei colori”, cercando di costruire un ponte tra
letteratura e progetto colore. 
Il libro è un magico scrigno colmo di riferimenti cromatici e poetici.
 
La prima citazione è stata lo spunto per far fare un esercizio uguale per tutti, in tal modo
abbiamo potuto constatare come per ognuno di noi valori e significati legati al colore possano
mutare, partendo dallo stesso assunto. 
 

Esempi

 

 
 
 
 
 
 
 
 
Ogni altra suggestione estrapolata dal testo, invece, è stata scelta dal singolo corsista.  
Il risultato sono state delle palette estremamente interessanti, che abbiamo analizzato e
confrontato col Sistema NCS per capire se erano necessarie o possibili delle correzioni, al fine
di renderle ordinate da un punto di vista percettivo.  
Senza dubbio tali palette cromatiche potrebbero essere utilizzate nel design di spazi
o di prodotti. Ciò che le rende uniche, però, è la soggettività delle persone che le hanno create.
Attraverso le storie personali e le emozioni del momento, i corsisti hanno sviluppato un 
percorso meta progettuale di grande profondità e spessore.

 


 
L'amico che ci accolto all'inizio della giornata


Un particolare ringraziamento a S.E.For.S. VCO, Gravellona Toce, che ci ha ospitati
 A Marco, Virginia e Debora per la gentilezza di sempre
A tutti i miei corsisti, senza i quali io, non sarei nulla...