venerdì 14 ottobre 2011

DISCILPLINE e confronti

Il mondo del design e dell'architettura è costituito da microcosmi e macrocosmi, che non possono essere tra loro disgiunti, ma considerati come insiemi e sottoinsiemi di un'unica realtà, quella dell'uomo e del suo ambiente.  Obiettivo primario del design è infatti indagare l'ambiente vissuto, mettendo al centro dell'attenzione i bisogni dell'uomo. Spazi, luoghi, oggetti non divengono così solo volumi, superfici, materiali...ma scenari dove avvengono relazioni, storie, emozioni, vita.











Il color designer, che lavora su piani diversi, parte quindi da un approccio percettivo finalizzato  alla lettura di un contesto, per arrivare ad un progetto cromatico inteso come risposta ai bisogni degli individui che abitano quel luogo.

Studiare e lavorare con il colore significa rapportarsi a differenti aree.
Vi sono discipline che STUDIANO il colore: fisica (in particolare l'ottica per ciò che avviene all'esterno del sistema visivo); chimica (studio delle sostanze colorate e coloranti); fisiologia; psicologia (interpretazione dei segnali nervosi e percezione del colore); psicofisica (la colorimetria per la relazione tra lo stimolo e la risposta del sistema visivo); matematica (modelli rappresentativi della visione del colore);
e discipline che si OCCUPANO di colore: simbologia, storia, antropologia, comunicazione, architettura, design, arredo, paesaggistica, restauro, grafica, moda, cosmesi, medicina, alimentazione...

Il progettista interessato ad un progetto per l'uomo, sa del resto che un'analisi consapevole non pùò escludere lo studio di discipline come la Psicologia Ambientale, le Neuroscienze, o la Sociologia.
Un metodo progettuale che abbia carattere interdisciplinare, conduce sempre a confronti attivi e costruttivi, dalla fase di metaprogetto fino a quella conclusiva dell'esecutivo e della verifica.

Connessioni, fusioni, dialoghi avvengono tra sistemi ed aree diverse, ma tra loro compenetranti. Arte, musica, fotografia, teatro, cinema si legano ad architettura e design, costituendo mondi e sperimentazioni dai quali trarre insegnamenti continui.



Dan Flavin. Villa Panza, VARESE
















Le installazioni di Dan Flavin, per esempio, attarverso l'uso di colore e luce ci conducono verso materici spazi, dove possiamo cogliere atmosfere e simbolismi, sperimentando la percezione del colore come elemento che muta luoghi, li reinventa, li ripropone e li fa esperire anche mediante l'emozione.

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